La preghiera autentica
25 febbraio 2016
Un giorno una parola – commento a Matteo 6, 7-8
La parola non è ancora sulla mia lingua che tu Signore, già la conosci appieno
Salmo 139, 4
Nel pregare non usate troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole. Non fate dunque come loro, poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate
Matteo 6, 7-8
È davvero confortane da parte nostra essere consapevoli che Dio conosce le cose di cui abbiamo bisogno prima ancora che gliele chiediamo. Il Signore legge le intenzioni dei nostri cuori e ci comprende al di là delle parole. La preghiera autentica non consiste dunque in un esercizio linguistico forbito, ricco di vocaboli ricercati, ma, prima ancora di tradursi in parole, essa è un atteggiamento del cuore che si apre dinanzi al Signore e si pone in ascolto. Qui sta una delle differenze tra la preghiera pagana e quella cristiana: la preghiera pagana è una recitazione di formule, spesso lunghe e ripetitive, orientate a propiziarsi la benevolenza della divinità; la preghiera cristiana è, invece, una disposizione del cuore all’ascolto della voce del Signore, quella voce inconfondibile che si può udire non in fenomeni impetuosi ma in un leggero mormorio (cfr. 1 Re 19, 11-13). Per riuscire a udire il sussurro della voce del Signore che ci parla in mezzo al frastuono della nostra vita, occorre fare silenzio dentro di noi, mettendo a tacere le nostre parole umane confuse e ingannevoli. E, quando il nostro ego chiassoso viene ridotto al silenzio, ecco che finalmente riusciamo a sintonizzarci sulla stessa frequenza d’onda del nostro Signore. Ed è qui che nasce la preghiera! Infatti, a questo punto, succede che non solo siamo in grado di riconoscere la Sua voce, ma siamo anche in grado di ascoltare i nostri cuori e di comprendere quali sono le necessità, le ansie, le perplessità e i pesi che si nascondono in essi. E, allora, sì che possiamo anche dare voce ai nostri bisogni più profondi, traducendoli a parole e presentandoli al Signore in preghiera, il quale sarà pronto ad ascoltare le nostre richieste.