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Rifugiati: l'allarme dell'Onu che interessa anche l'Italia

In crescita esponenziale le richieste d'asilo, l'intervista a Massimo Gnone, responsabile del Servizio richiedenti asilo e rifugiati della Csd

L'ultimo rapporto dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), rivela che nella prima metà del 2014 il numero di persone in cerca di asilo nei paesi industrializzati è salito del 24% rispetto al 2013, e che a fine anno potrebbe essere il più alto degli ultimi 20 anni.

Abbiamo commentato la notizia con Massimo Gnone, responsabile del Servizio Richiedenti asilo e rifugiati della Csd Diaconia Valdese, che gestisce numerosi progetti Sprar in tutta Italia.

Come leggiamo questa notizia?

«I numeri ci sono: se pensiamo al nostro paese dall'inizio del 2014 sono arrivate circa 130 mila persone, dato che supera qualunque numero registrato in Italia in questi anni, persino del 2011 ai tempi della cosiddetta Emergenza Nord Africa».

I migranti che arrivano ogni giorno, sono tutti richiedenti asilo?

«Quando oggi si parla di migrazioni forzate non si può continuare a pensare con i canoni di 15-20 anni fa. Allora chi chiedeva asilo era una persona che sapeva esattamente che cosa voleva dire la propria condizione. Era cosciente del percorso, della richiesta di asilo politico, della necessità di affrontare le commissioni territoriali (che ai tempi erano commissioni nazionali), e così via. Oggi le migrazioni forzate sono di persone fuggite dal loro paese per motivi economici, in fuga da una condizione che non permette loro di condurre una vita dignitosa».

Dunque è cambiata la richiesta di asilo?

«Pensiamo a quelle persone che erano immigrate in Libia, dove poi è scoppiata la guerra. Ora la situazione sta implodendo, non ci sono più autorità nazionali uniche, i signori della guerra continuano a contendersi la terra e il petrolio. Queste persone sono nuovamente costrette a scappare, questa volta per motivi determinati dalla guerra. Dunque il concetto di richiesta di asilo si è dovuto estendere a forza negli ultimi anni. Non si tratta più di persone perseguitate individualmente e se adottiamo i principi della Convenzione di Ginevra in senso stretto, questo tipo di richiesta di asilo politico non può essere soddisfatta. Ma così facendo, queste persone, dove vanno a finire? La corsia della richiesta d'asilo è l'unica possibilità per un migrante entrato illegalmente in un paese europeo, di avere una possibilità di rimanerci. Il dato allarmante è che l'Europa non sia in grado di assicurare un percorso umanitario adeguato per persone che invece continuano a finire sul fondo del mediterraneo».

E in Italia?

«In Italia il percorso è inadeguato: dal punto di vista numerico il sistema italiano non si è mai sviluppato in maniera razionale rispetto ai numeri delle persone che arrivano nel nostro paese in relazione ai conflitti in corso nel mondo. Qualitativamente è inadeguato, come dimostrano anche alcune sentenze di tribunali tedeschi che, dando ragione ad alcuni richiedenti, hanno affermato che le condizioni dell'accoglienza non rispettano i criteri di umanità e di inserimento sociale di cui i rifugiati hanno diritto».

Immagine copertina: "UNHCR DADAAB REGION, KENYA AFRICA DOD 2006" di DoD photo by: TSgt Steve Staedler - http://www.dodmedia.osd.mil/JCCC/Still/2006/Air_Force/061211-F-5503S-001.JPEG. Con licenza Public domain tramite Wikimedia Commons.