Un gesto, molti nomi
16 dicembre 2015
Rubrica «Parliamone insieme» della trasmissione di Radiouno «Culto evangelico» curata dalla Fcei, andata in onda domenica 23 agosto
Oggi parliamo di eucaristia. Ma anche di Cena del Signore. E pure di comunione. Vorrei infatti riprendere una lettera che abbiamo già avuto occasione di esaminare insieme, di un ascoltatore di Genova che, qualche tempo fa, scriveva: «Sono sempre stupito dalla varietà di nomi con cui i cristiani chiamano l’eucaristia, descrivendo gli stessi gesti e lo stesso sacramento. Io interpreto questa varietà come un segno di ricchezza, di abbondanza che però purtroppo i cristiani delle diverse chiese solo raramente riescono a mettere in comune...».
Sono pienamente d’accordo con il nostro ascoltatore: ci sono dei gesti così grandi, immensi, che nessuna definizione riesce a coglierne l’intero significato. Ogni nome rivela una verità diversa. Vediamone qualcuno!
Come evangelico il nome che preferisco è Cena del Signore. È un’espressione che richiama immediatamente la Bibbia: rimanda all’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli. E proprio come in quell’occasione, nelle chiese evangeliche ognuno riceve il pane e ognuno condivide il calice, come fece Gesù con i suoi discepoli nella notte in cui fu tradito. Nel nome Cena del Signore c’è poi un altro significato che mi pare molto bello: la Cena appartiene al Signore, non a una chiesa. Così, tutti coloro che si sentono invitati da lui hanno diritto di avvicinarsi. Nessuno può escludere qualcun altro, perché è il Signore colui che invita.
In alcune chiese evangeliche si usa anche l’espressione «Spezzare il pane insieme». È anch’esso un richiamo alla Bibbia, alla prima chiesa di Gerusalemme dove i credenti vivevano insieme e insieme spezzavano il pane. Non solo: questo è un nome che richiama esplicitamente il corpo spezzato e il sangue versato da Cristo sulla croce. È la comunione con Gesù che è morto per noi.
Ma anche il nome «Eucaristia», che normalmente un evangelico non userebbe, è bello e significativo. Significa rendere grazie. E quando si è insieme alla mensa del Signore non si può non avere dentro di sé un senso di riconoscenza per ogni dono ricevuto dal Signore stesso, per il suo perdono e la sua salvezza, per la nuova vita di amore e giustizia che ci offre. Non si può non dire: grazie!
E non si può nemmeno rinunciare a Comunione: il pane e il vino della Cena infatti li si prendono insieme, sono un gesto comunitario in cui ognuno mostra la sua fiducia in Cristo e tutti si riconoscono fratelli e sorelle gli uni delle altre.
Tanti nomi, tanti significati, tanta ricchezza. La sappiamo condividere? Anche in questo il nostro ascoltatore ha ragione: purtroppo fino a oggi le chiese cristiane hanno preferito vivere ognuna della propria povertà piuttosto che condividere le tante ricchezze che tutte insieme possiedono.