Adoperarsi per la pace
23 novembre 2015
Un giorno una parola – commento a Proverbi 16, 32
Chi è lento all’ira vale più del prode guerriero; chi ha autocontrollo vale più di chi espugna città
(Proverbi 16, 32)
Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio
(Matteo 5, 9)
Mio figlio ha cinque anni ed è molto forte. Per questo abbiamo già dovuto discutere diverse volte su come debba usare la sua forza quando «fa la lotta» con gli amici di scuola. Una mattina a colazione mi ha detto all’improvviso: «Ma i cavalieri non combattono con le parole, usano la spada». Ovviamente il mio invito a usare la voce anziché le mani non l’aveva convinto. Il bambino esprime i suoi dubbi, noi adulti abbiamo imparato ad accettare in silenzio certe parole bibliche e poi a fare ciò che ci pare.
Lento all’ira – benissimo, ma con tutti questi profughi adesso, non se ne può più! Non si tratta di ira, ma vengono qui solo per rubare e comunque non hanno voglia di lavorare. Non è ira, ma dobbiamo chiarire chi è il padrone qui e comunque non farebbe male mandare l’esercito in quei Paesi dai quali fuggono per stabilire di nuovo l’ordine, così potrebbero rimanere a casa loro.
Esagero? Nella realtà in cui mi trovo a vivere, sembrerebbe di no. Sento sempre più persone per bene, anche nelle nostre chiese, che cercano con parole belle di mascherare i loro istinti guerreschi. E, se sono onesta, sento crescere anche in me certe frustrazioni e paure. E proprio per questo, perché portiamo dentro di noi la voglia di combattere, è importante lasciare che le parole bibliche agiscano in noi. La saggezza dei Proverbi, che invita all’autocontrollo, e le parole d’amore di Gesù. Siamo figli e figlie di Dio e per questo il nostro compito è adoperarci per la pace, contro tutti gli istinti animaleschi che abitano in noi. Perché il Padre ama la pace tra i suoi figli, tra tutti i suoi figli e figlie.