Ma l’autore è davvero Billy Graham?
17 novembre 2015
Dubbi sulla reale paternità dell’ultimo libro del grande evangelista
Il più noto evangelista del XX secolo, Billy Graham, è davvero l’autore del libro appena pubblicato, dal titolo A che punto sono, tra cielo, eternità e la nostra vita dopo la morte (Where I Am: Heaven, Eternity, and Our Life Beyond)? Questa è la domanda che sta circolando in questi giorni negli ambienti evangelici e sulla stampa religiosa degli Stati Uniti (v., a esempio, Elesha Coffman, Billy Graham is probably not the author of his own «Final Chapter», «Religion Dispatches», 2 novembre 2015).
Graham ha quasi 97 anni, da vent’anni è malato di Parkinson, non riesce a leggere e non ricorda; la sua età e le sue condizioni di salute sono compatibili con la capacità di scrivere un libro? Molti pensano di no, anche se nella prefazione, scritta dal figlio Franklin (che possiede anche il copyright del libro), si dice che Graham avrebbe iniziato a lavorare a questo libro nel 2013, ma già in un’intervista del 2006 con Jon Meacham di Newsweek (8/13/2006) lo stesso Graham lamentava di non ricordare più testi biblici che aveva citato a memoria durante tutta la sua lunga attività di evangelista.
Ma è il contenuto del libro che suscita gli interrogativi più seri. Nonostante il titolo, il libro tratta soprattutto dell’inferno, un tema che – secondo Grant Wacker, uno dei più noti studiosi della vita e del pensiero di Billy Graham – sembra avere scarsa rilevanza nella sua riflessione teologica più matura. Anzi, Graham è stato più volte attaccato dai fondamentalisti per aver predicato che l’inferno può essere inteso in senso più metaforico che reale. In un sermone del 1983, che può essere visto sul sito della Liberty University, Graham affermò che l’inferno era stato creato per il diavolo e i suoi angeli, non per gli esseri umani, che si trovano all’inferno quando rifiutano Dio.
L’inferno comincia in questa vita, non in quella futura: «La Bibbia insegna che ci sono almeno tre tipi d’inferno», il primo, «l’inferno nel cuore», è la natura peccaminosa dell’umanità, le cui azioni producono «l’inferno del rimorso» e possono portare anche all’«inferno dell’inquietudine». In secondo luogo, esiste «l’inferno intorno a noi», che si manifesta come bramosia, avidità e odio e fomenta guerre e scontri. La sua preoccupazione per la situazione del mondo attuale si collegava anche al terzo tipo di inferno, quello del futuro: «L’inferno futuro è una proiezione dell’inferno che avete ora nel vostro cuore, nella vostra casa, nel nostro mondo».
Nel libro, invece viene sottolineato l’inferno come luogo nel quale si manifesta la collera di Dio, un concetto al quale Graham aveva fatto riferimento nel 1983, ma per contrapporla al «grande amore, misericordia e grazia» di Dio. Può essere possibile che abbia cambiato idea negli ultimi anni? Non sembra, anzi in una conversazione del 1997 con Robert Schuller, un famoso predicatore televisivo, Graham indica la possibilità che persone che non conoscono Cristo possano essere salvate.
Il sospetto è che il vero autore del libro sia qualcuno che ha voluto sfruttare la notorietà del presunto autore per scopi ideologici o economici. Il maggiore indiziato sembra essere il figlio Franklin, noto per le sue posizioni ultraconservatrici e per i suoi attacchi agli omosessuali che lo hanno portato a lodare Putin e criticare Obama.