La voce della sentinella
09 settembre 2014
Un giorno una parola - Commento a Isaia 63, 9
Nel suo amore e nella sua benevolenza il Signore li redense; se li prese sulle spalle e li portò tutti i giorni del passato
(Isaia 63, 9)
È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio
(Efesini 2, 8)
Ricordando il passato si tende di solito a due errori. Il primo è la sua idealizzazione. Anni fa tutto era perfetto. Le chiese pullulavano di persone e in particolare di giovani. Il denaro era l’ultima preoccupazione perché ci si affacciava alla fase del pieno benessere sociale. Il secondo errore è la drammatizzazione del passato: ostilità delle autorità civili, sforzi enormi per reggere ritmi massacranti di un lavoro usurante, difficoltà nell’arrivare alla fine del mese.
Qualcosa di simile è successo indubbiamente agli ebrei deportati in Babilonia. Quando l’impero babilonese cedette posto a quello persiano e gli esiliati si ritrovarono di fronte alla possibilità di ritornare alla Terra dei Padri fu necessario riflettere sul passato per prendere decisioni assai impegnative. Il capitolo 63 del Libro di Isaia trasmette questa riflessione. Il testo si colloca in una serie di scritti (capitoli 56-66) redatti già nella fase di ritorno dall’esilio. In questa riflessione si manifesta sicuramente il desiderio di ritornare al passato: “Essi ricostruiranno sulle antiche rovine, rialzeranno i luoghi desolati del passato” (Isaia 61, 4). Dall’altro lato invece si fa strada una consapevolezza di una missione e di una vocazione che vanno ben oltre la semplice ricostruzione: “Sulle tue mura, Gerusalemme, io ho posto delle sentinelle, non taceranno mai, né giorno né notte” (Isaia 62, 6).
Il profeta che canta la benevolenza di Dio è una di queste sentinelle. La sua voce non solo risveglia dal torpore; essa aiuta a ristabilire il corretto rapporto con il passato. Per correggere gli errori di idealizzazione e di drammatizzazione del passato basta di solito qualche ricerca accurata negli archivi o un recupero – talvolta faticoso – dei documenti del passato. Tale operazione fu compiuta anche durante l’esilio in Babilonia dalle guide spirituali e intellettuali del popolo. Questa operazione è fondamentale per affrontare il presente e per prendere decisioni giuste in vista del futuro. È fondamentale ma non sufficiente. Per completarla ci vuole una piena consapevolezza che la Grazia dell’Eterno include anche un elemento di sorpresa che sfugge a qualunque riflessione puramente razionale.