Diritti. Approvata ieri dalla Camera la riforma della legge sulla cittadinanza
15 ottobre 2015
L’Italia sono anch’io: rimangono alcune criticità e confidiamo nell’intervento del Senato
La Camera dei Deputati ha approvato martedì 13 ottobre la riforma della legge sulla cittadinanza, che ora dovrà passare al vaglio del Senato. “L’Italia sono anch’io”, campagna promossa nel 2012 da 22 organizzazioni della società civile per una riforma del diritto di cittadinanza che vede tra i promotori anche la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), ha diramato a pochi minuti dalla votazione in aula un comunicato nel quale si legge: «riteniamo positivo il fatto che si sia finalmente arrivati al voto su una materia che da tempo sosteniamo andasse migliorata e adeguata alla mutata realtà sociale del Paese. Si tratta comunque di un passo avanti, anche se la normativa non disegna la riforma che la campagna auspicava e per la quale ha raccolto e depositato in Parlamento nel 2012 oltre 200mila firme». Persistono, secondo la campagna “L’Italia sono anch’io” elementi di criticità che «nel passaggio al Senato, possono venire corretti. In particolare – prosegue il comunicato – due sono le questioni su cui si chiedono modifiche: la prima riguarda l’assenza di una norma che consenta la semplificazione delle procedure relative alla naturalizzazione degli adulti, con un trasferimento di competenze dal ministero dell’Interno ai sindaci e il superamento, attraverso norme certe di riferimento, della discrezionalità che oggi caratterizza le decisioni in materia. L’altra questione – conclude il comunicato – riguarda la previsione di uno ius soli temperato che condiziona il futuro di bambine e bambini alla situazione economica della famiglia, introducendo, con la condizione del permesso Ue per lungo soggiornanti di uno dei genitori, una discriminazione che viola l’articolo 3 della Costituzione». Nel comunicato anche un appello ai parlamentari «perché diano prova di autonomia e senso di responsabilità nel varare una legge che riguarda il futuro del Paese».