La nostra forza è in Dio
07 ottobre 2015
Un giorno una parola – commento a Romani 8, 31
Come gli uccelli spiegano le ali sulla loro nidiata, così il Signore degli eserciti proteggerà Gerusalemme; la proteggerà, la libererà, la risparmierà, la farà scampare
(Isaia 31, 5)
Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?
(Romani 8, 31)
«Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?». Immagino con orrore quest’affermazione accompagnata da cori da stadio o, peggio, da marce militari e un esercito in parata. Le più disparate varianti della granitica certezza che Dio è con me sono state utilizzate per giustificare nefandezze, invasioni, massacri. «Scusa se ti tolgo la libertà, la dignità o la vita, caro essere inferiore, ma non è colpa mia; Dio è chiaramente dalla mia parte e dunque tu non sei un mio nemico, ma un nemico della somma divinità, qualunque sia il nome con cui voglio rivolgermi a lei». E senz’altro anche queste parole dell’apostolo Paolo sono state utilizzate come garanzia di autenticità del messaggio che Dio è sempre dalla parte dei più forti, anzi, che i più forti e potenti (e prepotenti) sono tali per volontà divina.
Peccato che i sicurissimi di essere dalla parte della ragione non si accorgano che l’apostolo non sta dicendo questo, non sta avallando in nome di Dio la legge del più forte. Al contrario, invita i credenti a riconoscere che la propria forza non è in loro stessi, ma in Dio. L’apostolo non asserisce, non dà un ordine secco, ma pone una domanda e dunque invita alla riflessione, a leggere nella propria esistenza il segno di quanto sta dicendo, perché la sua non è un’affermazione scontata.
Chi è contro di noi? L’elenco potrebbe essere lungo. Al di là di chi rischia la vita in molte parti del mondo per il solo fatto di essere cristiano o cristiana, anche nelle nostre vite, più tranquille da questo punto di vista, non mancano quelli che sono «contro di noi». Fa parte della nostra esperienza quotidiana essere destinatari di domande più o meno ironiche, domande su chi ce lo faccia fare a lasciare che a guidare le nostre vite sia un comandamento desueto come «ama il prossimo tuo» oppure a utilizzare il nostro tempo per attività non immediatamente monetizzabili, come ascoltare la lettura biblica e la sua spiegazione.
Allora chi è per noi? Non qualcuno più forte dei nostri avversari, più violento, più capace a farsi valere con le buone o con le cattive. Per noi è il Signore Gesù Cristo, colui che non ha combattuto chi l’ha osteggiato fino alla morte, ma ha saputo rispondere all’odio con l’amore, alla morte con la resurrezione. È per noi non un dittatore più forte degli altri, ma un maestro che non accetta la corsa alla violenza e al potere come strada per imporsi... anzi, che non cerca proprio di imporsi, ma di offrirsi e di testimoniare all’umanità l’assurdità della lotta per chi sia il più forte.