Radici cristiane
24 settembre 2015
Che cosa succede se un protestante afroamericano e un cattolico ispanico si stringono la mano nel giardino della Casa bianca
Un protestante afroamericano e un cattolico ispanico si incontrano nel giardino della Casa Bianca. Il primo attacca così: «Che bella giornata ci ha regalato oggi il Signore!». Il secondo, invece, conclude con «God bless America». In mezzo, parole calde con continui richiami al Vangelo dei poveri, all'accoglienza degli ultimi, allo spirito di quel cristianesimo fatto di compassione, misericordia e redenzione.
Vedere in diretta l'incontro tra Barack Obama e papa Bergoglio lascia un poco intontiti. Sarò un inguaribile romantico dalla lacrima facile, ma chi dieci anni fa avrebbe scommesso su una scena del genere? Un erede di Martin Luther King sorridere e stringere la mano al figlio spirituale dei gesuiti delle reducciones di Mission? Suvvia, siamo seri: ci sarebbe sembrata una emerita fesseria.
Tra l'altro, l'ultima volta che era scoccata una tale sintonia tra l'inquilino della White House e il successore di Pietro erano gli anni Ottanta, i protagonisti erano Ronald Reagan e Karol Wojtyla e il clima politico-spirituale totalmente diverso.
Il dialogo del 23 settembre tra Obama e papa Francesco risalta ancora di più se si pensa ad alcuni elementi di contesto. Il primo: entrambi non hanno vita facile all'interno dei propri mondi di riferimento. Obama sempre alle prese con il Congresso, che ha mal digerito ogni sua iniziativa politica eccessivamente liberal, dalla sanità all'ecologia. Bergoglio ogni giorno più criticato dai settori della destra cattolica, che sono arrivati a lanciare il sospetto che il papa non sia cattolico. «Se volete, posso recitare il Credo», ha risposto con buona dose di umorismo Francesco, parlando con i giornalisti sul volo papale.
Il secondo elemento – da non trascurare – è Cuba: il papa è arrivato negli States dopo aver visitato l'isola più odiata dagli americani negli ultimi 65 anni. Ed è stato lui a riavvicinare le parti affinché si ponesse fine all'embargo e si ponessero le condizioni per il ristabilimento delle relazioni diplomatiche.
Ok, abbracci e sorrisi nel cortile della Casa Bianca forse non salveranno il mondo e non avvicineranno la parousìa. Ma, tutto sommato, ci possiamo accontentare anche di qualche passettino per volta. E se da qui in avanti il mappamondo di Mafalda avrà qualche cerotto in meno, forse lo si dovrà anche a questo protestante afroamericano e a questo gesuita argentino.