Senegal. Processo a Hissène Habré, il «Pinochet dell’Africa»
17 luglio 2015
L’ex dittatore del Ciad è accusato di crimini contro l’umanità, crimini di guerra e crimini di tortura
Il 20 luglio prossimo a Dakar, in Senegal, si terrà il processo contro l’ex dittatore del Ciad Hissène Habré, il «Pinochet dell’Africa», accusato di crimini contro l’umanità, crimini di guerra e crimini di tortura. Oltre 40.000 assassini politici, 200.000 casi di torture e decine di migliaia di persone scomparse: questo è l’orribile bilancio dei crimini compiuti da Habré durante la sua presidenza, dal 1982 al 1990, anno in cui fu deposto dal presidente Idriss Deby Itno, per poi fuggire in Senegal, dove da allora ha vissuto in esilio e dove è stato arrestato il 30 giugno 2013.
Dopo un’indagine di 19 mesi, Habré sarà processato dinanzi alle Camere africane straordinarie, inaugurate dal Senegal e dall’Unione africana nel febbraio 2013 per perseguire la «persona o le persone» responsabili di crimini internazionali commessi in Ciad negli anni in cui Habré governava quel paese. Fondamentale nella costruzione del processo è stata la scoperta da parte di Reed Brody, consulente di Human Rights Watch, che si occupa da oltre quindici anni delle vittime di Hissène Habré, di archivi abbandonati dalla polizia politica dell’ex dittatore ciadiano (la Dds), che documentano le atrocità inflitte ai detenuti.
Per Reed Brody, soprannominato «il cacciatore dei dittatori», il processo davanti alle Camere africane straordinarie è storico. «Per la prima volta nella storia nel mondo, le corti di un Paese, il Senegal, processeranno il leader di un altro Paese, il Ciad, per presunti crimini contro i diritti umani. È la prima volta che l’Unione Africana ha istituito un tribunale. È la prima volta che in Africa i tribunali di un Paese giudicano i crimini commessi in un altro Paese. Tutto ciò accade grazie alla mobilitazione delle vittime di Hissène Habré durata 25 anni, le quali non si sono mai date per vinte e hanno dimostrato attraverso la loro tenacia e la loro perseveranza che è possibile che persone semplici trascinino un dittatore davanti alla giustizia».
Nel corso del processo, che dovrebbe durare almeno tre mesi e che vede tra i principali finanziatori l’Unione Europea, saranno ascoltati come testimoni oltre 100 vittime del regime. Habré, attraverso i suoi avvocati, ha detto che non vuole comparire in tribunale. Secondo la legge senegalese, però, il presidente della corte può richiedere la sua presenza.
«Questo caso è una pietra miliare nella lotta per arrestare i perpetratori di atrocità e crimini, in Africa e nel mondo», ha detto Brody. «Ci sono voluti molti anni, e ci sono stati molti colpi di scena, ma alla fine un gruppo di sopravvissuti tenaci ha dimostrato che anche un dittatore può essere portato davanti alla giustizia».
Il Comitato Internazionale per il giusto processo di Hissène Habré include l’Associazione ciadiana per la promozione e la difesa dei diritti umani (Atpdh), l’Associazione delle vittime dei reati del regime di Hissène Habré (Avcrhh), Human Rights Watch, la Federazione internazionale dei diritti umani (Fidh), la Lega senegalese per i diritti umani.
«Ho aspettato questo giorno per 22 anni», ha detto Souleymane Guengueng, scampato alla morte durante i tre anni di maltrattamenti nelle carceri di Habré, tra i fondatori dell’Associazione delle vittime dei reati del regime di Hissène Habré (Avcrhh).
Lo Statuto delle Camere africane straordinarie prevede la partecipazione delle vittime in tutte le fasi del procedimento come parti civili, rappresentati da un avvocato.
«Dimostreremo che Habré ha diretto e controllato le forze di polizia che hanno ucciso o torturato i suoi oppositori, o coloro che semplicemente appartenevano al gruppo etnico sbagliato», ha detto Jacqueline Moudeina, avvocato delle vittime e presidente dell’Associazione ciadiana per la promozione e la difesa dei diritti umani (Atpdh). «Le prove chiariscono che Habré non solo era il responsabile da un punto di vista politico, ma era responsabile anche giuridicamente dei crimini di massa».
Per Human Rights Watch è di vitale importanza che siano rispettati i diritti legali dell’ex dittatore. «Un processo equo e trasparente per Hissène Habré dimostrerebbe che i tribunali in Africa possono essere abilitati a fare giustizia alle vittime africane di crimini» ha detto Reed Brody.
In vista del processo Hrw ha prodotto un nuovo video «Affrontare la giustizia: le vittime portano il dittatore Hissène Habré in giudizio».