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Biella, gli espulsi chiedono documenti

I 16 giovani maliani di Pettinengo che non hanno ottenuto protezione umanitaria domandano come lasciare il territorio nazionale: senza documenti né lasciapassare anche tornare nel proprio Paese sarebbe molto complicato

Quello che è successo ieri mattina davanti alla Prefettura di Biella pone alcune questioni alla politica che finora non trovano risposte: un sit-in improvvisato di una trentina di migranti ha bloccato via della Repubblica provocando malumori e polemiche. Espulsi dall'Italia, invitati a lasciare il territorio nazionale in seguito al diniego di misure di protezione da parte della commissione territoriale di Torino, 16 ragazzi provenienti dal Mali chiedono documenti e diritti basilari. Se dobbiamo lasciare l'Italia - dicono in sostanza - diteci come dobbiamo farlo, perché non abbiamo documenti validi né un salvacondotto che ci consenta di tornare a casa via terra. Se invece volete farci tornare da dove siamo venuti e attraverso quel buco nero che è il mediterraneo, dobbiamo forse buttarci a nuoto? 

I richiedenti asilo che ieri protestavano sono stati ospitati e accolti per oltre un anno dall'associazione Pacefuturo onlus di Pettinengo, Biella. In questa onlus molti di loro hanno imparato l'italiano, hanno svolto attività di volontariato, spalato la neve in inverno, pulito le strade e i sentieri nei boschi, hanno partecipato alla raccolta del fieno, fatto corsi di formazione e incontrato italiani. In una parola si sono integrati, o quantomeno hanno iniziato un percorso di integrazione. A distanza di un anno dal loro arrivo, il paese di Pettinengo si è mosso per difenderli e ha chiesto ai politici locali di intervenire per valutare meglio i singoli casi. La politica ha risposto con interrogazioni parlamentari e convegni, ma nei fatti le lettere di espulsione sono partite e questi giovani provenienti da un Paese in guerra non hanno alternative. Dovranno lasciare il territorio nazionale entro quindici giorni. 

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La Prefettura e la Questura di Biella non possono far altro che mettere in atto i provvedimenti di espulsione. Lasciare il territorio nazionale dunque, ma come? Se uno di questi ragazzi andasse a Malpensa senza documenti lo lascerebbero salire su un aereo? Se in treno provasse ad andare in Germania con un regolare biglietto sarebbe bloccato dalla polizia austriaca come è già successo più volte negli ultimi mesi? O se scegliesse la via della Francia, a Ventimiglia sarebbe costretto a dormire sugli scogli? 

A queste domande la politica non risponde. La sinistra che si dichiara accogliente a parole non interviene nei fatti, la destra xenofoba tira fuori i soliti slogan. Ieri Matteo Salvini in un Tweet scriveva: "30 CLANDESTINI stanno bloccando il centro di Biella. ESPULSIONE IMMEDIATA per tutti. Per sinistra che li difende, espulsione dalla politica!". Uno degli espulsi ha commentato: "La Terra è nostra non è per te e non è per noi!".

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