Accoglienza. La chiesa metodista di Padova accoglie i sei profughi di via dei Leoni
03 luglio 2015
I giovani africani erano stati al centro di una campagna contro l'ospitalità degli stranieri
Qualcuno certo ricorderà le immagini dei telegiornali che ritraevano il sindaco di Padova indicare perentorio il campanello dell'appartamento di via dei Leoni dove una sua concittadina ospitava, in piena legalità e a titolo gratuito, sei giovani profughi africani fuggiti da violenze e persecuzioni. Un episodio di ordinaria isteria, volta a impedire l'ospitalità agli stranieri nel centro della città. Ora i sei giovani hanno lasciato quella sistemazione e sono ospiti della locale chiesa metodista.
«Cuori, menti e porte aperte: questo è il motto della nostra chiesa – ha spiegato la pastora Ulrike Jourdan in un articolo riportato dal Mattino di Padova –. Questo misto tra cuore e cervello che si aprono, alla fine porta a far aprire anche le porte». La decisione è stata presa con naturalezza e semplicità: «Talvolta Dio ci mette davanti le cose – racconta Jourdan -. Abbiamo letto delle difficoltà dei sei profughi ospitati in via Leoni; un appartamento dello stabile della nostra chiesa è rimasto vuoto: mettere insieme le cose è stato semplice». L'elemento che più di altri ha convinto i metodisti padovani a offrire la loro ospitalità è stata la qualità dell'accompagnamento offerta dalla cooperativa “Percorso Vita” che segue i sei giovani. «So come lavora la cooperativa: le persone sono accompagnate in un percorso di formazione e non lasciate marcire chiuse in un appartamento», ha concluso la pastora.