In cammino sul ponte ecumenico
03 luglio 2015
L'incontro fra papa Francesco e una piccola chiesa protestante fiera di esserlo
Fonte Nev
L'incontro tra i valdesi e papa Francesco suscita attese nel popolo ecumenico? Questo incontro all'insegna della fraternità e della sobrietà, come è stato detto, ci porta più avanti nel cammino ecumenico, apre nuove prospettive o ci lascia dove siamo e cioè ognuno a casa sua con appuntamenti fissi e graditi, che sostanzialmente non modificano lo stato di fatto?
Me lo sono chiesta in queste settimane e non ho una risposta univoca, ma oso sperare che sia stato fatto un passo verso una maggiore comunione accanto a tanti altri passi quotidiani. Credo che nell'ecumenismo contino molto i fatti oltre alle parole, e ci sono stati in questo incontro, sia gli uni che le altre.
Primo fatto: i valdesi hanno invitato il papa a venirli a trovare. Non era scontato. Una chiesa minuscola, che non ha mai rinunciato a dire le cose che pensa, che non ha mai tentennato sul suo essere una chiesa protestante che ha a lungo sofferto per la sua fede, che ha subito persecuzioni e tante discriminazioni, che bisogno aveva di invitare proprio il papa? Lo ha fatto per fare un passo avanti nella fraternità ecumenica e perché ha ritenuto che, con questo papa fosse possibile un incontro autentico. E ha visto giusto.
Secondo fatto: il Papa cattolico romano ha accolto l’invito. Nemmeno questo era scontato e non credo che tutto il suo entourage fosse d’accordo. Perché lo ha fatto? Per fare un passo avanti nella fraternità ecumenica. Incontrando, consapevolmente, una piccola chiesa protestante fiera di esserlo, che non nasconde le sue posizioni teologiche ed etiche, la sua ricerca e le sue debolezze, ha accettato di camminare su quel ponte sul quale cristiani e cristiane ritengono che il loro Signore li guidi verso la Sua chiesa, quella che ha tracce importanti e visibili dentro le nostre chiese ma che non coincide con nessuna di esse. Perché è questo l’ecumenismo, camminare in preghiera non gli uni verso gli altri, ma, riconoscendoci come Figli di Dio, Verso ciò che saremo e che “non è ancora stato manifestato” per dirla con l’apostolo Giovanni (I Giovanni 3,2).
Su questa strada, in cammino sul ponte ecumenico ci sono moltissimi credenti, molti movimenti, molta preghiera e accadono delle cose in tutto il mondo. Accade che l’intercomunione sia di fatto praticata fra evangelici e cattolici in tante chiese e in piccoli gruppi, e ha fatto bene il moderatore della Tavola valdese a parlarne a papa Francesco, perché lo sapevano tutti e due, come lo sappiamo in tanti che, che ciò non accade per caso ma perché ci riconosciamo tutti ospiti alla cena del Signore. Andiamo avanti, moltiplichiamo i piccoli e grandi incontri, rimaniamo ancorati a Cristo nella nostra fede, ed egli opererà. (nev-notizie evangeliche 27/2015)