Evangelizzazione e carta stampata: l’esperienza de il Seminatore
29 giugno 2015
Estratto dal numero 230 di Gioventù evangelica
In un tempo in cui l’informazione viaggia veloce su Internet e la comunicazione impera sui social media, che senso ha pubblicare una rivista su carta stampata, per di più al non facile scopo di evangelizzare? Marta D’Auria, partendo dall’esperienza pluriennale della rivista dell’Ucebi “Il Seminatore”, riflette e ci interroga sulle dinamiche e sui pro e contro dell’evangelizzazione a mezzo carta stampata
Quando si entra in una delle chiese battiste sparse lungo lo stivale, collocato all’ingresso c’è un banchetto su cui è impilato un po’ di materiale informativo. Vi sono volantini di diverso formato su cui sono riportate le risposte alle domande: chi sono i battisti? In cosa credono? Cosa fanno? Vi è inoltre qualche numero di Riforma, il settimanale comune delle chiese battiste, metodiste e valdese. Infine affiora qualche copia de Il Seminatore, una rivista a colori, trimestralmente pubblicata a cura del Dipartimento di Evangelizzazione (DE) dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (Ucebi), che ha il compito di promuovere, favorire e coordinare l’opera d’evangelizzazione delle chiese locali.
L’evangelizzazione è condividere al mondo la salvezza annunciata e compiuta da Gesù Cristo, notizia che cambia la vita di ogni uomo e di ogni donna: notizia di vita abbondante perché Dio ha un proposito per la nostra vita; notizia di riconciliazione perché tutti/e eravamo lontani da Dio, ma egli è venuto a cercarci; notizia di vita eterna, perché Gesù – il Risorto – annuncia nella sua persona che la morte è vinta (I Corinzi 15: 3-5).
Al fine di condividere la Buona notizia con chi ancora non l’ha ascoltata, il DE offre alle chiese battiste una rivista di evangelizzazione, Il Seminatore, i cui elementi costitutivi sono: la brevità degli articoli; una scrittura semplice ma non sciatta; un linguaggio non specialistico che sappia cogliere l’attenzione anche di chi non ha familiarità con la Bibbia e la teologia.
In questa sede scelgo di presentare il progetto editoriale che ho condiviso a quattro mani con il pastore Alessandro Spanu, segretario del DE dal 2007 al 2012, invitandovi ad entrare idealmente nel “laboratorio” nel quale prende forma il Seminatore.
Presentare l’Evangelo così com’è predicato nelle chiese battiste presenti sul territorio nazionale: questo è lo scopo della rivista. Inoltre essa vuole essere uno strumento utile per quanti e quante nelle chiese locali organizzano in comunità o in casa un incontro di evangelizzazione. Ciascun numero, attraverso diverse rubriche, affronta un tema specifico, ad esempio la vocazione, il discepolato, la predicazione di Gesù; sono stati inoltre preparati anche numeri monografici su alcune feste liturgiche: Natale, Pasqua e Pentecoste.
Il punto di partenza da cui nasce ciascun numero è lo studio della Bibbia. Al centro, dunque, vi è la Parola attraverso la quale conosciamo l’opera di salvezza di Dio verso l’umanità, e chi è Gesù, le sue opere e i suoi insegnamenti. L’approfondimento biblico è frutto di una riflessione sempre condivisa a due, ed è veicolato con il linguaggio della cultura contemporanea. La rivista Il Seminatore vuole comunicare a chi legge che la Bibbia non è una raccolta di avventure passate, ma è Parola vivente che ancora oggi rivolge parole di speranza, di incoraggiamento, di salvezza agli uomini e alle donne del nostro tempo.
Dallo studio della Bibbia si passa a preparare l’animazione per un piccolo gruppo. Si propone ai partecipanti un’esplorazione sul testo biblico che interpella il proprio vissuto, che richiama domande di senso: un’esplorazione aperta all’inatteso, accogliente della diversità, per questo certamente più vulnerabile.
Per quanti/e animano un incontro di evangelizzazione con persone che da poco frequentano una chiesa evangelica o conoscono qualche evangelico/a, Il Seminatore vuole essere uno strumento che facilita il discorso su Dio, sulla fede, partendo non da affermazioni dogmatiche ma dalle domande e dalle esperienze della propria vita.
Nelle pagine centrali della rivista, in modo da essere “estraibile”, c’è il volantino. È forse lo strumento più tradizionale a cui si pensa quando si parla di evangelizzazione fuori dalle mura delle nostre chiese. Sulla prima facciata vi è un’immagine e una frase evocativa legata al messaggio biblico; sul retro si pongono al/alla lettore/trice delle interrogazioni con alcune frasi di appello. Alle comunità che programmano nei propri locali o all’esterno un incontro di evangelizzazione, Il Seminatore offre una serie di volantini su diversi temi che, all’occorrenza, possono essere scaricati online anche separatamente.1
Completano la rivista le rubriche: Pane quotidiano, che propone una predicazione; Testimonianza di fede, nella quale si condividono esperienze di vita; Post-it, nella quale si presentano alcuni versetti tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento che, imparati a memoria, possono accompagnare e sorreggere nella vita e nella testimonianza; infine Diritti umani, poiché è una vocazione specifica dei battisti coniugare la predicazione dell’Evangelo all’affermazione dei diritti umani. Riassumendo, Il Seminatore presenta l’Evangelo così com’è predicato nelle chiese battiste presenti sul territorio nazionale, e per questo può essere donato ad una persona interessata al messaggio di Gesù.
La rivista si presenta a colori e con un ampio spazio dedicato alle immagini. Il presupposto da cui siamo partiti per compiere il lavoro di ricerca e di selezione di queste ultime è stato di provare a calcare una strada alternativa a quella didascalica e analogica, utilizzata peraltro da riviste dello stesso genere, pubblicate in altri ambiti confessionali. Per lo più abbiamo scelto immagini dal patrimonio delle opere d’arte moderne e contemporanee perché riteniamo che la predicazione dell’Evangelo debba vivere in tensione dialettica con la cultura.
Nello scegliere le opere abbiamo preso le mosse dalla considerazione che un’opera d’arte non traduce in immagine un’idea metafisica del mondo o di Dio. Piuttosto l’arte suscita in chi ne fruisce una ricerca anche teologica. Quale immagine del mondo, dell’umanità e di Dio scaturisce da un’opera d’arte? L’esplorazione concerne l’immagine dell’umanità e del mondo ma anche le immagini di Dio. E questo non avviene se il tema dell’arte è biblico o teologico o se l’artista è una persona credente, bensì se l’opera d’arte avvia quel procedimento di carattere intuitivo che consente di immaginare una visione alternativa, sovrabbondante rispetto a quella corrente.2
Partecipare al “laboratorio” nel quale prende forma un numero de Il Seminatore è stata negli anni un’esperienza arricchente, formativa per il lavoro a più mani che ha richiesto di volta in volta ascolto, confronto, condivisione di idee e riflessioni. In questo percorso ci hanno accompagnato il senso del limite e l’inadeguatezza per un compito impegnativo: la comunicazione al mondo del messaggio dell’Evangelo attraverso la carta stampata. Se l’evangelizzazione non è una semplice comunicazione di concetti sulla salvezza, sull’amore, ma è anche incontrare delle persone e condividere con loro l’incontro personale con Cristo, possono un articolo scritto, una semplice frase di una rivista veicolare questo incontro? In un tempo in cui le parole, come dice Abraham J. Heschel, “sono le cose più a buon mercato, più abusate e insieme meno curate. Sono oggetto di frequenti profanazioni”, può il messaggio della salvezza donata da Dio in Cristo a ciascun uomo e donna, essere affidato alla scrittura delle nostre parole umane, troppo umane?
E ci siamo anche chiesti: in un tempo in cui l’informazione viaggia velocemente su Internet, sui social network (da notare che il DE pubblica online tutti i numeri della rivista, e cura una pagina Facebook), ha ancora senso stampare una rivista che raggiunge le persone ogni tre mesi?
Come uomini e donne di fede abbiamo accolto con umiltà queste domande, e ci siamo assunti il compito rischioso di dire la Buona Novella attraverso le nostre parole scritte, confidando che in esse possa agire lo Spirito di Dio, che rende viva ogni cosa, che interpella le esistenze smarrite alla sequela di Gesù e che impegna a costruire un mondo nel quale regni lo shalom di Dio.
Certo, le domande che ci siamo posti trovano una risposta quando, all’ingresso di una chiesa battista sul banchetto che accoglie il materiale informativo, c’è una “pila” di copie de Il Seminatore. Ma un’altra risposta a quegli stessi interrogativi c’è quando sul banchetto ci sono solo un paio di copie perché: sono state prese tutte dai membri di chiesa che le hanno regalate ad amici e parenti; sono state distribuite in carcere, nei reparti degli ospedali, nelle stazioni ferroviarie; sono state ritirate da una sorella che una volta al mese organizza in casa sua un incontro con alcuni vicini del suo quartiere, che a poco a poco stanno partecipando al culto domenicale… Quando accade questo, vuol dire che la Parola di Dio è stata condivisa, sparsa, seminata, proprio come recita il versetto riportato sotto la testata, in copertina, “Il seme è la Parola di Dio” (Luca 8:11), e dunque, forse, Il Seminatore ha risposto alla sua vocazione con gioia e con gratitudine a Dio.