All’ascolto e alla sequela di Gesù
19 giugno 2015
Un giorno una parola – commento a Giovanni 10, 27-28
Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme. Egli mi ristora l’anima
(Salmo 23, 2-3)
Gesù dice: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna»
(Giovanni 10, 27-28)
In questo capitolo del suo Vangelo, Giovanni riporta un discorso in cui Gesù parla della sua relazione con i suoi discepoli, paragonandola a quella che il pastore ha con il suo gregge. A parte l’inizio del Salmo 23 - uno dei testi più amati dai credenti di ogni tempo - spesso le Scritture, quelle ebraiche come quelle cristiane, ci propongono l’immagine di Dio e di Gesù come pastori.
Gesù, nel presentarsi come pastore, parla più volte di “vita” facendoci comprendere quanto sia importante nella nostra esistenza essere in stretto rapporto con lui.
Da parte sua c’è la conoscenza profonda che egli ha di ciascuno di noi. Ci viene alla mente un altro grande Salmo, il 139: «Signore, tu mi hai esaminato e mi conosci…».
Nel testo proposto Gesù parla del suo dono della vita a favore nostro, dono che trasmesso a noi si trasforma in energia vitale, già oggi nella nostra esistenza terrena e per l’eternità: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (v. 10), “Io do loro la vita eterna e non periranno mai” (v. 28).
A noi è chiesto di ascoltare e di seguire. Ascoltare la sua voce, cioè il suo insegnamento e le sue istruzioni per la vita, seguire il suo esempio ovvero imparare nella pratica come si può vivere in modo degno, soddisfacente, abbondante come dice Gesù stesso. Per questo è indispensabile il confronto con la Scrittura, nella quale incontriamo la Parola di Dio, ma è essenziale anche il contatto con la realtà in cui dobbiamo districarci giorno dopo giorno, con le donne e gli uomini con cui condividiamo il cammino quotidiano. Vita abbondante e vita eterna, sono le promesse di Gesù. Non vita senza difficoltà e delusioni, tranquilla e al riparo dalle tempeste, ma vita intensa e significativa, guidata dalla sua mano, e perciò degna di essere vissuta.