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“Per una speranza e un futuro”

Pubblicato il Rapporto annuale 2022 del World Service, braccio diaconale della Federazione luterana mondiale

«Il 2022 sarà sempre ricordato come l’anno in cui il Covid-19 ha allentato la presa sul mondo, solo per essere seguito da un grande conflitto militare in Europa con l’aggressione russa contro l’Ucraina che ha innescato sfollamenti di massa in tutta la regione». Con queste parole, Maria Immonen, direttrice del World Service, apre il rapporto annuale del braccio umanitario e diaconale della Federazione luterana mondiale.
In 60 pagine, il Rapporto celebra il lavoro diaconale della Flm a favore delle persone bisognose. Presenta la risposta umanitaria messa in campo in Ucraina, con due nuovi programmi nazionali in Europa, ma anche altre 8 emergenze che sono passate in gran parte inosservate, come la siccità in Angola, le inondazioni in Ciad e la crisi in corso ad Haiti.
«Questi sono alcuni esempi delle crisi che le telecamere non hanno seguito. Eppure, i milioni di uomini, donne colpiti sono singole persone con speranze, sogni e aspirazioni di una vita dignitosa le cui possibilità di realizzazione sembrano diventare sempre più remote ogni giorno che passa», ha dichiarato Immonen. Attraverso storie e testimonianze individuali, il rapporto amplifica le voci di una comunità globale colpita da conflitti e disastri naturali.
Oltre alle improvvise crisi di sfollamento, la povertà e la disuguaglianza sono le maggiori sfide, afferma Michael French, coordinatore del programma regionale. Molti paesi in cui la Flm è attiva si collocano in fondo all’indice della fame globale. «Siria, Sud Sudan, Somalia, Burundi, Repubblica Centrafricana, Ciad, Uganda e Haiti sono tra i quindici paesi più affamati al mondo», afferma French.
«Lavoriamo con le comunità per consentire loro di difendere i propri diritti di fronte a tale disuguaglianza e di adottare un’agricoltura più produttiva. Aiutiamo gli artigiani a connettersi con i mercati. Consentiamo ai giovani di trovare lavoro attraverso la formazione professionale e l’acquisizione di competenze +, anche come parte dello staff di World Service», aggiunge French. «Combattiamo l’accaparramento delle terre e assicuriamo l’accesso alla terra. Consentiamo alle donne di esprimere il loro talento imprenditoriale partecipando maggiormente al processo decisionale e facilitando il loro accesso al credito e al know-how aziendale».
Sono ben 7.821 i membri del personale di World Service, oltre il 99% dei quali proviene e vive nelle comunità che servono. Lavorano in contesti sempre più insicuri. «Il costo del lavoro in condizioni di forte stress causato dalla pandemia, dalla violenza, dai finanziamenti insufficienti e dalle località remote può essere molto elevato», afferma Immonen. «Il nostro impegno per un’assistenza continua e rafforzata al personale rimane importante; la loro continua presenza nelle comunità vulnerabili è vitale per il nostro lavoro».



Photo: LWF/ R. Hernandez