Sfogliando i giornali del 15 aprile
15 aprile 2015
Italia, si temono 400 morti in un naufragio nel Mediterraneo; negli Stati Uniti, proteste contro la violenza della polizia nei confronti dei neri; in Egitto, la polizia può espellere turisti e stranieri omosessuali; in Kenya, le Nazioni Unite contro la chiusura del campo rifugiati di Daadab; in Yemen, le Nazioni Unite avviano le sanzioni contro i ribelli Houthi
01 – Italia, si temono 400 morti in un naufragio nel Mediterraneo
Sono circa 7.000 i migranti soccorsi dalla guardia costiera italiana negli ultimi quattro giorni, un numero che ci si aspetta di veder crescere ancora nei prossimi giorni. Cresce anche il bilancio delle vittime accertate: alle nove recuperate dopo il rovesciamento di un barcone se n’è aggiunto un decimo, che ha perso la vita cercando di raggiungere le coste italiane a bordo di un gommone insieme a molte altre persone. Tuttavia, si teme che le vittime siano molte di più: secondo le testimonianze raccolte dall’organizzazione umanitaria Save the children tra i migranti salvati dalla guardia costiera e sbarcati a Reggio Calabria, sarebbero quattrocento le vittime di un naufragio avvenuto nel fine settimana.
Intanto, le regioni italiane lanciano l’allarme sulla difficoltà di reperire posti sufficienti per ospitare i circa 6.500 migranti segnalati dal Viminale nella giornata di lunedì. Il Piemonte ha garantito il proprio impegno, ma su 700 migranti da accogliere ha per ora a disposizione soltanto 200 posti. Chiusure totali invece, per ora, da parte delle giunte regionali di Lombardia e Veneto.
02 – Stati Uniti, proteste in tutto il paese contro la violenza della polizia nei confronti dei neri
Migliaia di persone hanno partecipato in oltre 30 città degli Stati Uniti alla protesta contro il razzismo della polizia nei confronti dei cittadini neri. A San Francisco i manifestanti hanno fatto irruzione in municipio e hanno interrotto una riunione delle autorità di vigilanza, mentre a New York i cittadini hanno marciato lungo il ponte di Brooklyn mostrando slogan contro i «poliziotti assassini» e «gli omicidi di polizia». Negli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine sono state arrestate 24 persone.
03 – Egitto, la polizia può espellere turisti e stranieri omosessuali
Una nuova sentenza di una corte amministrativa del Cairo stabilisce che la polizia egiziana ha il diritto di espellere gli stranieri omosessuali e di impedire loro l’ingresso nel paese.
La decisione, riportata dal quotidiano governativo al Ahram, è arrivata in seguito al ricorso per l’espulsione di un cittadino libico omosessuale da parte del ministero dell’interno. I giudici hanno stabilito che per le autorità egiziane aprire o chiudere le porte del paese a comportamenti ritenuti “devianti” è un diritto. In Egitto l’omosessualità non è un reato in sé, ma è considerata una forma di “corruzione della pubblica morale”.
04 – Kenya, le Nazioni Unite contro la chiusura del campo rifugiati di Daadab
L’Unhcr, Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, ha chiesto formalmente al Kenya di fare un passo indietro sulla chiusura del campo profughi di Dadaab, il più grande del mondo, dove oggi vivono poco meno di 550.000 rifugiati, di cui 460.000 somali.
Il Kenya ha concesso tre mesi alle Nazioni Unite per trasferire il campo, annunciando che in caso contrario si occuperà direttamente dello sgombero, ma per l’Unhcr il trasferimento dei somali nel loro paese d’origine costituirebbe una violazione della legge internazionale. Il campo si trova a 100 km dal confine con la Somalia, nel distretto di Garissa, e l’Onu teme che la chiusura del campo possa favorire il reclutamento di nuovi miliziani da parte del gruppo terrostico somalo Al Shabaab.
05– Yemen, le Nazioni Unite avviano le sanzioni contro i ribelli Houthi
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato ieri una risoluzione che esorta i ribelli Houthi a ritirarsi dalle zone che hanno occupato in Yemen, imponendo loro una serie di sanzioni, fra cui un embargo sulle armi. La risoluzione è stata elaborata dalla coalizione dei paesi del Golfo e, pur chiedendo a tutte le parti in conflitto di negoziare al più presto una rapida cessazione delle ostilità, non impone alla coalizione a guida saudita di cessare i raid aerei condotti da quasi tre settimane. Critica la Russia, che ha deciso di astenersi: Mosca avrebbe voluto che l’embargo sulle armi riguardasse entrambe le parti in guerra.