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L’attualità di Machiavelli

Il 3 maggio del 1469 nasceva a Firenze Niccolò Machiavelli

Il 3 maggio del 1469 nasceva a Firenze Niccolò Machiavelli. Segretario della Repubblica fiorentina dal 1498 al 1512, quando, al ritorno dei Medici, abbandona la vita politica, ritirandosi in campagna. In questo periodo che Machiavelli scrive i suoi volumi più celebri: Il Principe e i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio.

Nel 1525 pubblica le Istorie fiorentine, commissionate cinque anni prima dal cardinale Giulio de’ Medici, il futuro papa Clemente VII. Muore a Firenze il 21 giugno 1527.

Il Principe
Composto nel 1513, Il principe di Niccolò Macchiavelli «è uno dei più famosi e influenti trattati di dottrina politica di tutti i tempi. Dedicata a Lorenzo de’ Medici, l’opera - ricorda Libraccio.it che propone tutte le dizioni del volume disponibili oggi - parla del principato come forma di governo, ne distingue i vari tipi e analizza come il principe deve comportarsi per mantenerlo in salute. Quali sono le caratteristiche del principe? Il principe, dovrà ispirarsi e imitare i grandi uomini del passato o suoi contemporanei; dovrà saper convincere il popolo che la sua forma di governo è la migliore; dovrà conoscere l’arte della guerra perché la forza e la violenza sono essenziali per mantenere il potere e la stabilità dello stato; dovrà saper essere buono e magnanimo, quanto crudele e spietato, perché è con la fermezza che si ottiene il rispetto del popolo… e ancora dovrà essere prudente e fuggire gli adulatori, dovrà imparare a controllare gli imprevedibili rovesci della fortuna, grazie alla virtù».

Il libro di Valdo Spini La buona politica. Da Machiavelli alla Terza Repubblica

Dall’ipotesi del partito-Principe si muove invece il libro di Spini. Nel suo saggio emerge con forza una domanda di fondo: è ancora possibile identificare il «moderno Principe» con un partito politico? Tanto più, in un momento come l’attuale (il libro è del 2016), in cui i partiti si sono liquefatti – come e insieme alle ideologie – e il popolo è sempre più suddito? (leggi la recensione di Giuliano Ligabue su Confronti)..

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