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Approvata l'importante legge delega di riforma del sistema italiano della non-autosufficienza

Un'opportunità epocale che non va sprecata, ma ora servono i fondi necessari

La legge delega di riforma del sistema italiano della non-autosufficienza è stata approvata in via definitiva il 21 marzo. Un provvedimento previsto nel Pnrr, con un percorso iniziato nel 2021. Una legge fortemente promossa e a cui ha contribuito il Patto della Non autosufficienza, di cui fa parte anche la Diaconia valdese. Il testo è stato approvato con nessun voto contrario: le opposizioni si sono astenute.

La legge prevede l’approvazione entro il gennaio 2024 di decreti attuativi, che riguardano tutti gli aspetti dell’assistenza agli anziani, compresi i temi dell’invecchiamento attivo. Di particolare importanza la creazione di Comitato interministeriale (Cipa) per il coordinamento e la programmazione delle politiche nazionali, l’istituzione del Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente (Snaa) con tutti gli attori interessati (Stato, Regione e Comuni), l’accesso unico ai servizi (Pua), la valutazione multidimensionale unificata nel cui ambito sarà definito il Piano assistenziale individualizzato (Pai), il budget di cura e assistenza in sede di definizione del Pai per garantire l’unitarietà delle risposte.

Per quanto riguarda le prestazioni, si prevede l’attivazione di interventi e servizi dall’assistenza domiciliare fino all’assistenza residenziale (Rsa).

Nei principi è affermato anche il tema, a noi caro, del diritto delle persone anziane a determinare le scelte di vita e di assistenza: tema da presidiare nell’iter che avranno i decreti delegati. Resta aperto, e non è certo poco, il problema della copertura economica della riforma: la legge richiede risorse aggiuntive, che per ora mancano: senza queste risorse, la legge stessa rischierebbe di rimanere al palo.

Per il Governo la legge è una svolta epocale. Per ora è più un’opportunità epocale che non va sprecata. Per questo è importante che diventi una priorità politica, anche perché coinvolge 10 milioni di persone, fra utenti, operatori e familiari. Su questo un segnale importante sarà la legge di bilancio 2024, che dovrà dare le prime risposte.

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