Il regno dei cieli
27 marzo 2023
Un giorno una parola - commento a Matteo 10, 7
Come il tuo nome, o Dio, così la tua lode giunge fino alle estremità della terra
Salmo 48, 10
Andate, predicate e dite: «Il regno dei cieli è vicino»
Matteo 10, 7
A costo di risultare incomprensibile ai più, Gesù, senza paura, affida ai suoi discepoli una parola da annunciare alla casa di Israele. Non per un particolare senso di nazionalismo, non per una divina elezione, ma per mettere alle corde quell’intellighenzia che deteneva il potere religioso e che avrebbe dovuto ben capire di cosa stava parlando, e così svelare la propria ambiguità su chi o cosa si stava aspettando.
Che volto doveva avere il loro Messia? Quali abiti doveva indossare? Contro chi doveva lottare? A costo di risultare incomprensibile per i suoi stessi discepoli, Gesù affida loro la parola della rivelazione di un Dio che si è stabilito nel tempo dell’uomo. Un Dio il cui regno si sta facendo vicino, passo dopo passo nei passi di Gesù. Un regno che fa paura a chi detiene qualsiasi forma di potere; un regno che scardina le certezze di coloro che si credono detentori della verità.
Il regno dei cieli è troppo alto per loro per essere raggiungibile, troppo complesso per essere capito, troppo pericoloso per essere desiderato. E a costo di risultare incomprensibile, Gesù affida ai discepoli l’annuncio della nuova storia che si fa breccia nella vita di ogni essere umano. Affida all’opera del Padre la sua stessa Parola certo che saranno i piccoli, gli ultimi, i miserabili, quelli che non hanno nulla da perdere, a desiderare quel regno. È lontano quel cielo, ma bellissimo nella sua immensità. Irraggiungibile forse, ma chissà che un giorno non possa cadere e inondare con la sua luce le tenebre di una vita difficile.
Perché non credere a quella Parola che apre alla speranza quando la speranza non c’è più? “Andate alle pecore perdute della casa di Israele e andando annunciate dicendo: si sta avvicinando il regno dei cieli”. Venga Signore il tuo regno, venga ad illuminare le nostre vite spente, venga a rinfrancare il nostro corpo stanco, a rendere salde le nostre ginocchia vacillanti, ad aprire i nostri cuori all’immensità del dono.
Amen!