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La fedeltà di Dio

Un giorno una parola – commento a II Tessalonicesi 3, 3

Difendi tu la mia causa e riscattami; dammi la vita secondo la tua parola
Salmo 119, 154

Il Signore è fedele ed egli vi renderà saldi e vi guarderà dal maligno
II Tessalonicesi 3, 3

Il Signore è fedele. È una certezza, questa, a cui appoggiarsi sempre. Talvolta non è facile. Di fronte alle prove che attraversiamo nella nostra vita, ci sono dei momenti in cui ci sembra che il Signore sia lontano, si sia dimenticato di noi. In questi casi, possiamo anche sfogarci con lui, lamentarci. Come fece, ad esempio, più di una volta, il profeta Geremia. Il Signore è certamente abbastanza forte per tollerare le nostre lamentele… ma il nostro lamentarci è pur sempre una preghiera, un modo con cui noi ci rivolgiamo a Lui dimostrando a Dio – e a noi stessi – che crediamo in Lui. 

Ma alle volte siamo così scoraggiati, scoraggiate, da non avere nemmeno la forza di lamentarci. Eppure, il Signore è, e resta, fedele. 

Ma qui sta il paradosso della vita cristiana: sappiamo che il Signore è fedele e non ci abbandonerà, ma al tempo stesso preghiamo che ci aiuti. La preghiera ha una forza in sé che va al di là della logica.

Quello di cui abbiamo più bisogno è che non ci metta alla prova in maniera più forte di quello che possiamo sopportare. E che ci protegga dal maligno. Sono, queste due cose, quelle che ripetiamo sempre nel Padre Nostro. Ogni volta che recitiamo la preghiera che ci ha insegnato Gesù, noi ripetiamo proprio queste due cose: la prima, “non ci esporre alla tentazione”, o forse ancora meglio, come traduce la Bibbia della Riforma, “non ci mettere alla prova”. Che ci aiuti nel momento della prova. E la prova suprema, quella da cui gli chiediamo che ci protegga, è proprio la perdita della fede. È questa la tentazione più grande, quella definitiva. 

L’altra cosa che ripetiamo nel Padre Nostro è proprio “liberaci dal maligno”. Perché è lui, “l’antico tentator armato di furor e inique frodi”, come recitano le parole dell’inno di Lutero; è il maligno che ci può ingannare, allontanare dalla fede.

Eccolo, dunque, il paradosso cui accennavo. Il Signore è fedele, ci renderà saldi e ci guarderà dal maligno. Ma, al tempo stesso, noi preghiamo Dio che lo faccia.

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