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Esame di coscienza al termine dell'esistenza

L'ultimo romanzo di Russell Banks, autoanalisi dei rapporti con se stesso e con gli altri

Per una volta conviene fidarsi di una quarta di copertina. Non capita spesso. Marilynne Robinson, l’autrice di Gilead e Casa, parla dell’ultimo libro del collega coetaneo Russell Banks (lei del 1943, lui del 1940). Autore di romanzi legati anche ai film di successo che ne sono stati tratti (con gli stessi titoli, fra l’altro: Il dolce domaniAffliction), è tornato dopo anni con I tradimenti* (Foregone in originale).

Un documentarista di successo, Leonard Fife, negli ultimi mesi di malattia si confessa davanti alla telecamera di un collega, che lo invita a ripercorrere una carriera vissuta come autore “impegnato”, oltre che di grandezza professionale riconosciuta. Ma Fife si sottrae allo schema fisso delle domande, e divaga, divaga...: non solo – come sarebbe lecito aspettarsi da una persona malata e imbottita di farmaci – perché si fa trasportare dalla soggettività dei ricordi, ma soprattutto perché la doppia circostanza in cui si trova (la prossima morte e l’intervista) è per lui occasione di ristabilire la verità sulla sua vita. Fife smonta mi luoghi comuni di cui l’opinione pubblica l’aveva gratificato: ritiene di non meritarli in misura così generosa; e anche sulla vita privata si confessa come un uomo che non è stato sempre irreprensibile.

Fa da sfondo a questo bilancio personale la devozione assoluta nei confronti della moglie del momento, Emma. Per amore di lei Leonard intende disvelarsi, nell’imbarazzo dei presenti: un po’ vorrebbero fermarlo, metter fine a una scena patetica; un po’, furbescamente, il collega regista intuisce la portata, magari anche monetizzabile, della posta in gioco. Un’operazione di onestà intellettuale, da compiere innanzitutto con sé stesso: confessare le proprie relazioni inconfessabilli, i figli messi al mondo, le “capriole” politiche e una condotta meno lineare di quella che gli è stata attribuita. Del tutto laicamente, senza riferimenti alla Bibbia o a una vita di fede, il protagonista sente l’esigenza di stabilire, o ristabilire, la verità, senza la quale (Giovanni 8, 32) non si sente libero. La vita è solo “il Sé”, si chiede M. Robinson? «E cosa va perduto quando la verità smantella le costruzioni che sostengono altre vite?». Altro dubbio, da parte di chi (l'autore? il protagonista?) forse è stato un credente: «È come se fosse  la mia ultima preghiera (...) Che si creda in Dio oppure no, non si  mente quando si prega». Banks ci aveva proposto fin qui dei personaggi sconfitti in partenza: questo è un vincente, ma sente di nn meritare il proprio successo: un atteggiamento di umiltà: in cui esercitarsi, possibilmente, senza attendere la nostra fine.

* R. Banks, I tradimenti. Torino, Einaudi, 2022, pp. 359, euro 19,50.

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