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La comunità di credenti dinanzi all’Agnello

Un giorno una parola – commento a Apocalisse 7, 9

Molte nazioni s’uniranno al Signore e diventeranno mio popolo
Zaccaria 2, 11

Dopo queste cose guardai e vidi una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello
Apocalisse 7, 9

Dopo la prova finale, la moltitudine di cristiani e non solo, passata indenne attraverso la persecuzione, appare nella gloria ultima. Nella Comunità dell’Agnello ci sono le nazioni di molti popoli; a differenza del numero dei redenti d’Israele, che è preciso e geometrico – centoquarantaquattro mila – il numero delle genti è talmente vasto che nessuno le può contare. Il popolo d’Israele viene dalle dodici tribù, mentre i gentili vengono da ogni nazione, tribù, popolo e lingua; il visionario coglie e sottolinea il carattere multietnico del popolo di Dio. La prospettiva multiculturale dell’Apocalisse ci parla di meticciato, per includere una nuova umanità dal patrimonio culturale misto. Qui tutte le barriere razziali sono cadute. 

Questa immensa comunità umana è caratterizzata dalla diversità, eppure i suoi membri si esprimono in una sola voce comune. Cantano lo stesso inno. Ecco una vita condivisa e una comunione sperimentata, ma qui si tratta di persone che hanno sofferto sotto dure persecuzioni, che pure non si soffermano sulla loro resistenza eroica, ma sono in piedi, davanti al trono e davanti all’Agnello, per adorare Dio, cui soltanto appartiene la salvezza. 

Dobbiamo conservare nel nostro immaginario la figura sovversiva dell’Agnello che sembrava sgozzato. L’Apocalisse ci invita a riconoscere Dio che entra nella storia per affrontare la vita attraverso la compassione e nella vulnerabilità della croce.

Gran parte dell’immaginario dell’Apocalisse è strano per noi occidentali. Esso si rivolge a chi sta affrontando la disperazione, laddove si subisce, indifesi, guerra, persecuzione, carcere, per sostanziare la speranza. Nel bel mezzo della minaccia di morte si apre agli occhi della fede un lampo di gloria, cogliamo la vittoria sul male – una visione mai trionfalistica o priva della consapevolezza della sofferenza.  

Molte nazioni s’uniranno al Signore e diventeranno mio popolo”, ma quanta sofferenza e ingiustizia prima che si realizzi questa utopia di Dio!

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