Con quali occhi guardare il mondo
16 novembre 2022
Un giorno una parola – commento a Luca 11, 35
Temere il Signore, questa è saggezza, fuggire il male è intelligenza
Giobbe 28, 28
Sta’ quindi attento che la luce che è in te non sia tenebre
Luca 11, 35
Oggi sappiamo che l’occhio funziona grazie ai raggi luminosi provenienti dall’esterno. Questi raggi di luce sono poi convertiti nel nostro occhio in segnali mandati al nostro cervello. Nei tempi antichi, tuttavia, si pensava che l’occhio funzionasse grazie alla luce dall’interno. L’opinione comune era che ogni essere vivente avesse la luce in sé. Quella luce esce attraverso gli occhi e crea così la vista. Così questi versetti acquistano il loro significato.
La lampada, l’occhio, funziona con un’energia dall’interno. Ma quell’energia arriva da fuori. L’input arriva da altrove, da Dio, fonte della nostra vita. Quindi la domanda è, come esce questa luce, immagine per la parola di Dio che è lampada al nostro piede. E quindi l’occhio ha una funzione importante: se il nostro occhio è offuscato da cose oscure con cui interpretiamo la realtà intorno a noi, la luce trova davanti a sé una barriera. Se interpretiamo la luce che vuole uscire con le nostre categorie – oggi va molto di moda quella delle fakenews, delle bufale –, la luce diventa tenebre. Le fakenewssono una categoria delle molteplici ingiustizie che hanno preso possesso del mondo in cui viviamo.
Come guardiamo e viviamo il mondo può trasformare il messaggio evangelico. Dobbiamo esserne consapevoli. Per me sono valide quattro parole del Salmo 85 per interpretare il mondo: solidarietà, verità, giustizia e pace. Se l’occhio guarda con queste parole la realtà la luce non si trasforma in tenebre.