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Mettersi nei panni del prossimo

Un giorno una parola – commento a Giona 4, 4

Il Signore disse a Giona: «Fai bene a irritarti così?»
Giona 4, 4

Fratelli, se uno viene sorpreso in colpa, voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine. Bada bene a te stesso, che anche tu non sia tentato
Galati 6, 1

Tutti amano il personaggio di Giona. Non è difficile, il racconto è semplicemente magico, privato dell’inutile fino all’osso, e così denso da sfidare il commento. Il protagonista e il suo Signore si sfidano, litigano, scappano e inseguono, volteggiando leggeri sulla corda del meraviglioso, del fantastico, dell’umorismo. La Scrittura non si nega niente, né l’amore più esplicito del Cantico dei Cantici, né il sorriso di Giona, che è uno dei personaggi biblici meno amabili, e nello stesso tempo uno dei più amati. Acido, scontroso, supponente, polemico, capricciosamente infantile e biliosamente senile, sempre in lotta con il suo Signore, ma sempre in pace, perché sa che Dio lo ama. Per questo dorme nella tempesta, si lascia buttare in acqua e ringrazia per la salvezza dal ventre del pesce, e quando lo fa, smette di essere un buffo tipetto acido e polemico, e diventa pieno di luce e grandezza, anche nel luogo più buio, inospitale e angusto che si possa immaginare. 

La gloria di Giona è il riflesso della sua fede, e risplende al buio. E una volta fuori, può ricominciare a fare capricci. Obbedisce, va a Ninive ma, quando la città non viene distrutta perché si è pentita, si arrabbia, pensa di essere stato costretto a una brutta figura. Meglio morire che far brutta figura. Il suo Signore non lo risparmia, è una maestra (d’asilo) dalla mano pesante. Prima gli manda in dono una bellissima pianta, poi gliela fa seccare. Così impara a mettersi un po’ nei panni degli altri. Cosa sappiamo, noi, dell’empatia? Quante volte riusciamo ad ampliare il nostro sguardo, a uscire un po’ dalla cura del nostro “particulare”, a non disperarci per le piccole perdite personali, e a identificarci con il contesto più ampio in cui viviamo, e dal quale dipendiamo? Difficilmente un serioso racconto a sfondo morale può muoverci l’animo, ma forse lo possono la fede di Giona e il suo umorismo.

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