EXPO Milano 2015
01 aprile 2015
Rubrica «Finestra aperta» del- la trasmissione di Radiouno «Culto evangelico» curata dalla Fcei, andata in onda domenica 29 marzo
Un’immensa area espositiva, su cui ci saranno padiglioni di oltre 140 Paesi e organizzazioni internazionali; 20 milioni di visitatori, attesi in sei mesi di attività, dal 1° maggio al 31 ottobre, per offrire un confronto di idee e soluzioni per l’alimentazione, nel segno dell’innovazione e della sostenibilità ecologica: questo, e molto altro, è l’Expo che avrà luogo a Milano ma coinvolgerà l’intero nostro Paese.
Il nostro governo non nasconde l’auspicio che tale evento, unitamente a una congiuntura che si profila più favorevole, possa aiutare a far ripartire l’economia e l’occupazione. Ovviamente ce lo auguriamo tutti.
Così come auspichiamo che tutti quelli che stanno lavorando alacremente alla buona riuscita dell’evento possano, nel breve tempo che resta, superare tutte le difficoltà tecniche, e respingere eventuali altre tentazioni di guadagni illeciti.
Il tema ci interessa molto perché è anche costitutivo della missione delle chiese cristiane: «Nutrire il pianeta. Energia per la vita». Basterebbe ricordare uno degli episodi in cui Gesù moltiplicò il pane e i pesci per sfamare i tanti convenuti o il suo stesso ministero il cui scopo era, secondo le sue stesse parole, quello di portare «vita in abbondanza» a ogni creatura.
Tanti soffrono di denutrizione nel mondo. Lo stesso sito ufficiale dell’Expo ricorda che sono stati 870 milioni, nel biennio 2010-2012, le persone che hanno patito la fame. E, per converso, sono quasi tre milioni i decessi ogni anno legati all’obesità. Se da una parte c’è fame di pane, dall’altra non c’è abbastanza fame di giustizia.
Ci sono nodi, evidentemente, che non possono essere sciolti da un evento come Expo, perché sono riconducibili a politiche economiche che solo gli Stati possono delineare.
La prima grande questione riguarda una più equa distribuzione delle risorse a livello planetario, e la possibilità concreta di accedere al mercato del cibo proprio a partire da coloro che la terra l’hanno sempre lavorata. Non dimentichiamo che l’innovazione tecnologica anche in campo agricolo e zootecnico ha contribuito a produrre alimenti a costi più bassi, ma ha anche aggravato l’occupazione e aumentato a dismisura il guadagno di pochi. Lo spreco è anche dovuto al fatto che sebbene vi sia più cibo, meno persone possono comprarlo.
Inoltre sappiamo che tra gli sponsor di Expo 2015 ci sono multinazionali la cui politica di mercato in riferimento per esempio all’uso di pesticidi e organismi geneticamente modificati è motivata da fini commerciali, e non orientati alla tutela della salute di persone, animali e ambiente.
Sarà dunque necessario vigilare per evitare che l’Esposizione diventi cassa di risonanza di chi non ha tra i propri fini la mission di «Nutrire il Pianeta», ma solo di foraggiare se stessi.
Ci aspettiamo, ad esempio, che la difesa dell’acqua come bene comune, nel nostro Paese affermata da un referendum popolare plebiscitario, ma già aggirato più volte, possa essere concretamente riaffermata anche durante l’Expo.
L’evento potrà essere sicuramente occasione per favorire la crescita di una cultura globale che ci aiuti a valorizzare il riciclo, la riduzione degli sprechi e anche a cambiare, ove necessario, i nostri stili alimentari, nel segno di una maggiore compatibilità ambientale.
Ce n’è dunque per tutti.
Le chiese cristiane di Milano accompagneranno l’evento con momenti di riflessione e preghiera nella speranza che l’Expo costituisca una straordinaria occasione per comprendere e attualizzare anche quella parola di Gesù che ha detto «Io sono il pane della vita».