Paolo Ricca. Silenzio di Dio, o silenzio su Dio?
29 agosto 2022
All’indomani dalla presentazione del suo libro-apologia, il teologo valdese riprende il tema dell’intreccio tra fede e pensiero
In un video su chiesavaldese.org, Paolo Ricca in conversazione con Sabina Baral parla di Dio.
All’indomani dalla presentazione del suo libro-apologia, il teologo valdese riprende il tema dell’intreccio tra fede e pensiero. La spiritualità, sostiene Ricca, può essere usata per riempire un vuoto. E aggiunge: «La maggiore debolezza della cristianità è che si è fermata a livello infantile, puerile, e non è in grado di affrontare le sfide del nostro oggi. Il rischio è di diventare un cristianesimo muto, incerto».
Ricca ricorda la figura di Dietrich Bonhoeffer, pastore e teologo luterano tedesco protagonista della resistenza al Nazismo, ucciso nel campo di concentramento di Flossenbürg. Bonhoeffer, dice Ricca, è «un modello di cristianesimo adulto». Oggi, invece, non c’è più la sicurezza del proprio credere, «la fede è diventata insicura. Più che di silenzio di Dio, si potrebbe parlare di silenzio su Dio».
E chiude: «Ho bisogno della poesia per dare profondità alla parola. Poesia e teologia sono utili per la preghiera. La poesia è una sorta di forma laica di pregare». L’invito è a cercare di conoscere Dio, la cui conoscenza è scopo della vita, come dice Giovanni Calvino nel suo catechismo. In un confronto con quel “Tu” impronunciabile, che ci interpella. Se ne abbiamo un’idea vaga, come possiamo aprirci all’indistinto?
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Foto di Pietro Romeo