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Confidare nelle promesse di Dio

Un giorno una parola – commento a Genesi 15, 6

Abramo credette al Signore, che gli contò questo come giustizia 
Genesi 15, 6

Riconoscete dunque che quanti hanno fede sono figli di Abramo 
Galati 1, 5

Abramo credette alla promessa del Signore e la nostra fede deriva da quel “Sì” all’unico Dio pronunciato migliaia di anni fa. Così ci viene insegnato fin dalla prima infanzia. Certo, anche Abramo ha avuto i suoi dubbi, soprattutto al momento della promessa di una lunga discendenza, ma in seguito non ha più dubitato ed era pronto a sacrificare l’unico figlio, Isacco, pur di obbedire al Signore. Abramo si è fidato della Parola di Dio, della sua promessa e nulla l’ha più fatto dubitare anche di fronte ad un comandamento tanto orribile come quello di uccidere il figlio. Chi ha fede oggi è capace di affidarsi ad un Dio invisibile, all’apparenza lontano, che dovrebbe garantirci il meglio della vita anche quando attraversa momenti di sofferenza?

La cosa più difficile della fede è credere quando tutto intorno a noi ci crolla addosso e non ci sembra di avere risposte o soluzioni. Credere che esiste una luce, nelle tenebre più scure.

Confidiamo ancora nella promessa di Dio, pronunciata per ognuno di noi, in modo da non conoscere sconforto, ma solo la capacità di rialzarsi e continuare? Siamo come un atleta che fa duri allenamenti e a volte si deve fermare per una caduta o una sconfitta sull’orlo del centesimo di secondo, ma sa di poter riprovare e si allena con ancora più forza? 

La fede non è una panacea per tutti i mali, un rassegnarsi, ma è vivere con la consapevolezza di ogni momento, con una gioia dentro di noi, che ci sprona a scommettere sul futuro, ad adoperarci per noi stessi e gli altri perché la vita è un dono meraviglioso in ogni circostanza.

Immagine: Abramo, Isacco e l'angelo, particolare della facciata anteriore Cattedrale di Nimes, nel Gard, Francia

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