La speranza di Gesù Cristo
30 maggio 2022
Un giorno una parola – commento a Romani 5, 5
Io sono misero e povero, ma il Signore ha cura di me
Salmo 40, 17
Or la speranza non delude
Romani 5, 5
Che speranza è? Una che viene dalle afflizioni: ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l’esperienza speranza. Che afflizioni sono? Quelle di chi sta fermo nella grazia di Cristo. E questo gli costa afflizioni. Non quelle eroiche dei santi, ma umane di uomini e donne che hanno confessato la loro fede in Cristo.
Chi prende posizione soffre. E di questa afflizione ora si dice che produce. Che cosa vuoi che possa mai produrre un’afflizione, se non disperazione? La sofferenza ti toglie la produttività, ti toglie la positività, priva la tua vita di ogni senso. La sofferenza è l’anti-Dio, l’Anticristo. La signora della vita che vuole essere servita, vuole comandare e dominare ma, alla fine, non può produrre che morte. E quest’afflizione, questa potente sofferenza che vuole che io pieghi le ginocchia davanti a lei, ora è stata colpita: non può più dominare, ma deve servire, cooperare per il nostro bene, produrre anche lei qualcosa di positivo: pazienza.
Qui è all’opera la forza del crocifisso, l’esperienza del crocifisso. La pazienza di Dio. L’esperienza di Dio. Qui non c’è più la mia, la tua o la nostra speranza, qui c’è la sua speranza. La speranza di Gesù Cristo che opera in noi, anche là dove non c’è più nulla di glorioso. Crea produttività, positività, senso, anche nelle situazioni disperate, quando la nostra speranza muore, la sua speranza continua a vivere.
Or è questa la speranza che non delude…