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Due minuti con..il neopastore Nicola Laricchio

Tre i nuovi pastori presentati durante l'Assemblea dell'Unione cristiane evangelica battista d'Italia. Conosciamoli meglio

Durante i lavori dell’Assemblea sono stati “ufficialmente” presentati tre nuovi pastori che vengono ad accrescere le forze dell’Unione battista: Francesca Litigio, Simone De Giuseppe e Nicola Laricchio – che stanno svolgendo il loro periodo di prova rispettivamente a Lentini (SR), a Gravina e Altamura (Ba), e a Rovigo. Hanno ricevuto la benedizione del Signore e l’incoraggiamento dei presenti per il servizio pastorale a cui sono stati chiamati. Abbiamo posto loro alcune domande. Presentiamo oggi il pastore Nicola Laricchio. In fondo potete vedere anche il video dell'intervista.

Una breve biografia

«Sono napoletano, marito, padre di due splendidi ragazzini. Ho fatto un percorso di studi con un focus specifico sull’intercultura, che mi appassiona e alla quale vorrei anche dedicare il mio percorso pastorale».

Perché hai scelto questo percorso di vita?

«In realtà è il percorso che mi ha scelto, è un po’ la spiegazione che mi sono dato, anche perché ho fatto tutt’altro nella vita. Ho lavorato come segretario amministrativo in un’azienda e poi la vocazione ad un certo punto mi ha preso in maniera particolare. Sono stato sempre attivo nella vita della chiesa ma ho sentito la chiamata a fare di più, ad offrire la mia vita e il mio tempo a Dio, all’annuncio del Vangelo. È qualcosa che non so spiegare razionalmente, per questo dico che sono stato scelto».

Battista perché?

«Non nasco battista: la mia esperienza di fede nasce all’età di 10 anni in una chiesa del Movimento di santità. Poi in gioventù sono sempre stato attratto da una figura specifica, che è un po’ il mio mentore: si tratta del pastore battista Martin Luther King Junior. Mi sono nutrito dei suoi sermoni, e la sua attività sociale, il suo impegno sono stati per me fonte di ispirazione; questa attenzione mi ha portato di conseguenza ad avvicinarmi alle chiese battiste».

Come ti vedi fra 20 anni?

«Intanto terminerò il mio periodo di prova a settembre. In prospettiva fra 20 anni mi vedo come un anziano signore che continua a camminare su una strada di ricerca. Mi vedo in cammino, spero di esserlo, di non accomodarmi perché sarebbe la fine! Ecco, un anziano signore che continua a camminare, così mi vorrei».

 

Foto: Romeo/Caroli

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