Cercare Dio
01 marzo 2022
Un giorno una parola – commento a Salmo 40,16
Gioiscano e si rallegrino in te quelli che ti cercano
Salmo 40,16
Ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo
Atti degli apostoli 2, 46-47
In un insolito alternarsi di lode e ringraziamento per l’aiuto ricevuto da Dio, e la supplica perché il Signore gli porti soccorso – insolito perché il ringraziamento precede la richiesta di aiuto – il salmista si rivolge a Dio, consapevole della sua pochezza, dei suoi peccati. Eppure Dio – quel Dio il cui aiuto egli ha “aspettato pazientemente” – gli ha portato salvezza. E la sua riconoscenza non si esprime attraverso sacrifici, ma nel raccontare all’assemblea le grandi cose che il Signore ha fatto per lui. Egli, dunque, si rivolge al popolo che conosce la giustizia salvifica del Signore. E la risposta più giusta per esprimere il ringraziamento per la salvezza ricevuta sono: osservare fedelmente la legge del Signore – espressione della volontà divina – e la lode, che si esprime proclamando la giustizia divina davanti alla grande assemblea.
Cercare Dio è fonte di gioia. Chi confida in Lui, e crede nella salvezza che viene da Lui, riceve aiuto e liberazione, e può celebrare la grandezza di Dio con gioia.
Possiamo fare nostro questo parallelo fra cercare il Signore e riceverne gioia, allegrezza.
Cosa significa cercare il Signore? O anche, ripetendo le parole del versetto con cui si apre il salmo: aspettare pazientemente il Signore?
Cercare il Signore significa rivolgerci a Lui, sempre, con fiducia, in qualunque nostra necessità. Pregarlo perché ci aiuti e ci sollevi dalla sofferenza, pregarlo esprimendo la nostra consapevolezza di essere nel peccato, per chiedergli di aiutarci a superare, a vincere le nostre tendenze a peccare.
Ma cercarlo anche se non abbiamo particolari problemi che ci assillano. Cercarlo, colloquiare costantemente con Lui, sentendo che questo colloquio ci dà gioia, serenità, ci fa sentire che non siamo soli. E le nostre preghiere sono fatte con speranza; perché il sacrificio per riscattarci dal peccato è stato fatto per noi, una volta per tutte, da Gesù Cristo sulla croce.