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Annunciare la vita eterna

Un giorno una parola – commento a I Giovanni 1, 2

Chi è pari a te fra gli dèi, o Signore? Chi è pari a te, splendido nella tua santità, tremendo, anche a chi ti loda, operatore di prodigi?
Esodo 15, 11

La vita è stata manifestata e noi l’abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza, e vi annunziamo la vita eterna che era presso il padre e che ci fu manifestata
I Giovanni 1, 2

La vita è stata manifestata. Non abbiamo avuto bisogno di andarla a cercare. No, essa si è manifestata apertamente! 

Dio si è rivelato nella creazione, ma questa non era abbastanza per manifestare il suo amore per l’umanità. Dio si è poi manifestato più pienamente, nella sua Parola, la Scrittura; ma neanche questa è bastata. La manifestazione definitiva e completa è stata nel suo Figlio, Gesù Cristo.

In Gesù Cristo, Dio ha offerto la vita eterna agli esseri umani, caduti nel peccato e indegni di salvezza. C’è dunque, in questo versetto, una identificazione fra Gesù Cristo e la vita: la vita è Gesù Cristo, la rivelazione definitiva e completa di Dio agli esseri umani, perché soltanto per mezzo di lui, del Figlio di Dio, noi possiamo avere la vita eterna. 

L’autore della prima lettera a Giovanni precisa: “noi l’abbiamo vista”. Una conoscenza diretta, dunque, di prima mano. Ma non è stata la vicinanza fisica, la frequentazione di Gesù che ha fatto di loro degli apostoli. È stata la loro vicinanza spirituale: hanno visto, hanno avuto fiducia in lui perché hanno “sentito” che Gesù era il Salvatore. E avendo visto in maniera così profonda, ora possono renderne testimonianza: passare, trasmettere quel messaggio e annunciare la vita eterna ai destinatari di questa lettera. 

Vedere, credere nella vita eterna come un dono da parte di Dio a coloro che ripongono la loro fiducia nel suo Figlio e riconoscono in lui il loro Salvatore. Ma poi c’è lo stadio successivo: annunciare la vita eterna. Questo sarebbe il percorso spirituale, lungo la nostra vita, come credenti. 

Abbiamo accettato il messaggio che per noi si è manifestato non direttamente, ma attraverso l’annuncio che abbiamo ricevuto. Ma non possiamo fermarci qui: la parte più importante, e che talvolta trascuriamo – forse perché ci resta più ostica, o difficile da realizzare – rimane l’ultima tappa: annunciare. Rendere partecipi anche le persone intorno a noi di questo messaggio del grande amore di Dio per l’umanità.

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