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Spuc 2022, cattolici e protestanti uniti a Lampedusa, sotto la luce della stessa stella

A conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, due riflessioni del pastore Daniele Garrone, presidente della FCEI, e dell’Arcivescovo di Agrigento Alessandro Damiano

Perché è ancora così significativo celebrare la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani - Spuc-  a Lampedusa?

È il secondo anno che la pandemia impedisce la consueta celebrazione ecumenica in presenza presso la Parrocchia di San Gerlando di Lampedusa ma la riflessione e la comunione di intenti non si fermano.

Sulla piccola isola siciliana, dal primo giorno, la presenza protestante attraverso il progetto Mediterranean Hope della Federazione delle chiese evangeliche in Italia si è caratterizzata per il forte spirito ecumenico e il legame quotidiano con la comunità cattolica locale e l’Arcidiocesi di Agrigento. Appuntamenti come la Spuc e la commemorazione del 3 ottobre fanno parte ormai della nostra storia comune. Ma a Lampedusa non si fa un ecumenismo degli “eventi”, è un ecumenismo delle relazioni, delle pratiche e della solidarietà di ogni giorno.

«La Federazione delle chiese evangeliche ci consente di vivere una dimensione importante, quella dell’unità nella diversità – dichiara il pastore Daniele Garrone, presidente della Fcei -. Nessuno deve omologare il proprio profilo a quello degli altri e delle altre e insieme possiamo parlare con più incisività nello spazio pubblico e servire con più efficacia il prossimo. A Lampedusa ricordare la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani significa vivere insieme la vocazione al servizio dei rifugiati e migranti. Significa attivare una rete solidale per la tutela e la difesa dei diritti, riconosciuti dalla Costituzione, di un’umanità in viaggio. Per noi cristiani e cristiane, come indicato dal messaggio evangelico, è una costante chiamata ad accogliere lo straniero e a soccorrere la persona che bussa alle nostre porte chiedendo acqua, cibo e giustizia. Da anni cattolici e protestanti si incontrano in questa diaconia dell’accoglienza sul molo Favaloro di Lampedusa. Di fronte alle stragi di cui siamo purtroppo testimoni, tante volte abbiamo unito la nostra voce per chiedere vie sicure e legali alternative ai viaggi della morte, come i corridoi umanitari».

«Celebrare la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani permette di riflettere sulla dimensione della comunione tra coloro che riconoscono la centralità di Cristo nella loro vita – dichiara Monsignor Alessandro Damiano, Arcivescovo di Agrigento -. Dalla storia impariamo che l’unità più che una realtà da imporre è la meta di un lungo cammino da percorrere, ricco di insidie e di rallentamenti ma anche di esperienze che facilitano il raggiungimento della meta. È quello che avviene a Lampedusa: laboratorio del dialogo e della collaborazione tra i cristiani nell’assistenza ai migranti arrivati sull’isola. Parrocchia San Gerlando, suore del Progetto Migranti, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia — vivono nella concretezza la chiamata a mettersi in movimento per onorare Colui che si rende presente nel “forestiero che deve essere accolto” (Mt 25,43). Fedeli alla vocazione di essere segno dell’unità che Gesù desidera per il mondo».

Qui di seguito due brevi video con le riflessioni del pastore Daniele Garrone e dell’Arcivescovo Alessandro Damiano.

 

 

Foto di Albin Hillert

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