Accettare la forma che Dio vuole da noi
21 gennaio 2022
Un giorno una parola – commento a Isaia 64, 8
Signore, tu sei nostro padre; noi siamo l’argilla e tu colui che ci formi; noi siamo tutti opera delle tue mani
Isaia 64, 8
Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga
Giovanni 15, 16
Caro fratello, cara sorella, molto spesso abbiamo pensato di essere inutili. Quante volte abbiamo pensato che gli altri, le altre che incontriamo per strada fossero più importanti di noi? Quante volte abbiamo pensato che le nostre abilità non servissero molto?
Caro lettore, cara lettrice, che ti sia capitato tante o poche volte poco importa, quando questo pensiero attraversa la nostra mente ci sentiamo vuote, trasparenti.
Ed è un versetto come questo a farci riprendere colore, a farci ritrovare la speranza. Isaia ci ricorda chi siamo: l’argilla nelle mani di Dio. Non una cosa qualsiasi! Siamo la materia che Dio ha scelto per costruire il Suo regno, niente di meno.
Non importa quale scuola abbiamo frequentato, quante lingue conosciamo, se sappiamo parlare in pubblico, scrivere bene o nessuna delle due. Noi siamo stati scelti, siamo state chiamate – senza che avessimo chiesto nulla – come figli e figlie a far parte della grande speranza che Dio ripone nel mondo.
Noi siamo stati chiamati, siamo state scelte, ora spetta a noi accettare la sfida.
Sapremo accettare di essere modellati e costruite da Dio? Saremo capaci di prendere le forme che Dio ha immaginato per noi anche se non ci piacciono tanto?
Credo che questa sia la cosa più difficile, accettare la forma che Dio vuole da noi e non quella che vorremmo dare noi a Lui.
Il problema, caro lettore, cara lettrice, è imparare a fidarsi, è imparare a lasciarsi guidare e quando ci sembra che le cose non vadano per il verso giusto, questo diventa davvero difficile. Difficile, in quei momenti è ricordarsi di essere ceramica e non ceramista.
In questo solo versetto Isaia ci regala ben due messaggi: il primo è che agli occhi di Dio siamo importanti a dispetto di quanto possiamo pensarne noi, il secondo è che per servire nel disegno che Dio ha immaginato dobbiamo imparare a fidarci di Lui, lasciando da parte il nostro orgoglio. Una gran bella sfida. Amen!