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Siamo figli e figlie del giorno

Un giorno una parola – commento a Romani 13, 12-13

Tuo è il giorno, la notte pure è tua; tu hai stabilito la luna e il sole 
Salmo 74, 16

La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno, senza gozzoviglie e ubriachezze; senza immoralità e dissolutezza; senza contese e gelosie 
Romani 13, 12-13

Dio ha fissato il giorno e lo ha delimitato dalla notte di modo che le sue creature potessero cessare dalle loro ansie e riconoscere il proprio limite. Se è vero che Dio abita la luce inaccessibile del giorno, nella nostra prospettiva parziale si alternano le luci e le ombre, mentre siamo incamminati nella notte avanzata, pur sapendo di essere i figli del giorno. 

Se è vero che Dio abita l’oscurità, dal nostro punto di vista di credenti, la notte è il tempo presente, l’età destinata a scomparire, del peccato e della morte, che deve per forza cedere all’irruzione del Giorno ormai vicino. Siccome non apparteniamo alla notte, ma siamo i figli del regno venturo, i figli della luce, del giorno che sta per sorgere, ecco che abbandoniamo le opere dell’oscurità. Le tenebre custodiscono i segreti del male, coprono le malefatte, le ingiustizie, le violenze perpetuate. Di notte ci si ubriaca, si uccide, si compiono nefandezze; la notte del cuore è la condizione interiore di amarezza, gelosia, contesa, che viene abbandonata a sé, a marcire nel profondo dell’abisso. Ma ecco che anche il cuore oscurato viene esposto alla luce di Dio, anche di notte viviamo al barlume dell’alba che sta per sorgere: ci comportiamo onestamente, siamo ben desti e sobri, non cediamo alle passioni dell’ira e della concupiscenza, ma camminiamo verso la luce già sorta in noi. 

Siamo figli del giorno perché pensiamo, parliamo e agiamo indossando le armi della luce, perché sappiamo di essere giudicati, conosciuti, amati da Colui di fronte al quale le tenebre sono luce, al quale dovremo rendere conto. Dio ha stabilito la luna per guidare i passi notturni verso l’aurora; ha stabilito il Sole di giustizia, cui ci affidiamo anche quando marciamo immersi nella notte. “Han camminato lungo tempo verso la libertà, verso la luce, per cercare sempre la verità. Ascolta, ascolta, non fare alcun rumore; marciamo nella notte ormai da molte ore...” (dall’Innario cristiano n. 338).

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