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La buona notizia del messaggero di pace

Un giorno una parola – commento a Naum 1, 15

Ecco, sui monti, i piedi di un messaggero che porta buone notizie, che annuncia la pace!
Naum 1, 15

Dio ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione
II Corinzi 5, 18

Chi governa il mondo? La nostra risposta è semplice: i governi delle nazioni, i capi di Stato, le grandi potenze della finanza, i monopoli che gestiscono, manovrano, orientano ingenti capitali da questo a quel settore delle economie mondiali. Pensare al Dio biblico che entra nella storia, vi prende parte secondo una logica teleologica-soteriologica, per noi è inconcepibile. Sottrarre agli esseri umani la sovranità sulle faccende terrene sarebbe da un lato legittimare la loro irresponsabilità e dall’altra riconoscere l’operatività di una forza che sfugge ad ogni nostro controllo, evidenziando una dimensione “altra” che tuttavia ci riguarda direttamente.

Naum aggiunge una ciliegina sulla torta, celebrando la caduta della malvagia Ninive: il Signore non soltanto incide sugli equilibri geo-politici, è pienamente soggetto politico, ma è geloso, vendicativo, rancoroso. Preferiamo predicare su Giona, è certamente più nelle corde di noi europei occidentali del XXI secolo che abbiamo scritto sulle nostre bandiere ‘Bontà’! Tuttavia, se con coraggio e umiltà entriamo nel testo di Naum, ci accorgiamo quanto la sua provocazione potrebbe davvero esserci salutare, risvegliarci dalla nostra auto-referenzialità. Nel racconto di Naum la grande potenza del male, la sanguinaria Assiria, è distrutta, devastata, cancellata. E il popolo (ma oggi potremmo ben dire, i popoli) che ne ha subito la violenza, liberato, riscattato: ecco la buona notizia del messaggero di pace. La vita può riprendere, riscattata, liberata. La giustizia trionfa, con costi altissimi, ma trionfa. Ma l’aspetto sul quale riflettere è che il corso della storia non dipende dal Signore, non è guidato dal capriccio divino, ma da come noi ci poniamo al Suo cospetto: se lo ignoriamo o ascoltiamo il messaggero della buona notizia per diffonderla ai quattro angoli del mondo.

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