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Valdesi ed Europa protagonisti a Torre Pellice

Due appuntamenti (uno anche in presenza) organizzati dalla Fondazione Centro culturale valdese: il primo è oggi 10 novembre

È previsto per sabato 13 novembre alle 16 alla Casa valdese di Torre Pellice un appuntamento della rassegna Storie per la storia: stagione II. La rassegna è organizzata dalla Fondazione Centro culturale valdese di Torre Pellice e l’incontro in questione si intitola L’Europa dei sentimenti e delle lingue.

L’appuntamento sarà anche trasmesso in diretta sulla pagina Facebook della Fondazione e sul suo canale Youtube. Nel pomeriggio di sabato interverranno Bruna Peyrot, presidente Fondazione Centro culturale valdese, Davide Rosso, direttore Fondazione Centro culturale valdese, Luisa Passerini docente universitario di Storia Istituto Universitario Europeo di Firenze, Luca Jahier giornalista, già presidente del Comitato economico e sociale europeo (CESE), e Michele Vellano, docente universitario Dip. Giurisprudenza Università degli Studi di Torino.

L’incontro dedicato all’Europa, fa parte del ciclo di appuntamenti “Storie per la storia” perché in tempi di crisi e di cambiamenti quando il corso delle nostre quotidianità si interrompe e muta di indirizzo, anche le domande sul passato cambiano.

Il tema L’Europa delle lingue e dei sentimenti è stato scelto in condivisione con gli altri Centri Culturali Protestanti in Italia, indice anche di un interesse diffuso. Il punto di vista proposto è l’idea di un’Europa unita e federata e di come sostenere questa identità europea, in cui ci si è nutriti di una sostanza culturale ed emotiva che era presente ben prima che venisse formalizzata l’Unione Europea. Diciamo quindi che c’è stato un sentimento evocato da poeti (come i trovatori) e da politici che ne hanno anticipato la figurazione anche in tempi avversi (ad esempio il Manifesto di Ventotene). Il tentativo è quindi di capire cos’era questo humus che ha portato la formulazione dell’Europa attuale. Le lingue sono centrali. Non solo le lingue di minoranza, ma anche quelle attualmente in vigore e quelle delle nuove popolazioni che sono migrate in questo continente.

Oggi l’incontro di culture tra nuovi e vecchi immigrati sul territorio europeo passa per le lingue, per le varie loro declinazioni, che entrano in dialogo costruendo una nuova identità comune basata sul patrimonio delle comunità.

Ovviamente per la partecipazione in presenza obbligatorio il Green Pass secondo norme vigenti anti-Covid.

Che razza di valdesi è invece il titolo dell’appuntamento previsto per mercoledì 10 novembre alle 17,30 (sempre nell’ambito di Storie per la storia) che sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook della Fondazione e sul suo canale Youtube con lo storico Simone Baral. Con lui dialogheranno Bruna Peyrot e Davide Rosso. La storia valdese è caratterizzata da persecuzioni e da discriminazioni. Calunniare e demonizzare l’immagine dei valdesi significava tentare di indebolirli. I valdesi vengono così raffigurati come dei “mostri” con: corna, occhi in mezzo alla fronte, gole nere, denti e piedi pelosi, volti segnati da secoli di privazioni e crani dolicocefali. Queste sono solo alcune delle caratteristiche fisiche che, tra Cinque e Novecento sono state loro attribuite e su cui, Simone Baral, dopo essersi fortuitamente imbattuto in un articolo antropologico di fine Ottocento sulla forma del cranio dei valdesi, ha studiato.

 

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