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Liberaci dal maligno

Un giorno una parola – commento a Matteo 6, 13

O Dio, non restare silenzioso! Non rimanere impassibile e inerte, o Dio! Poiché, ecco, i tuoi nemici si agitano, i tuoi avversari alzano la testa
Salmo 83, 1-2

Liberaci dal maligno
Matteo 6, 13

Liberaci dal maligno o liberaci dal male? Entrambe le traduzioni sono corrette. 

Dicendo “liberaci dal male”, ci teniamo più sulle generali: liberaci da tutto ciò che è male, dai malvagi, dai cattivi pensieri, e anche, sì, da Satana. 

Ma se diciamo “liberaci dal maligno”, ci concentriamo sull’Avversario, colui che cerca di allontanarci da Dio. L’idea del diavolo sembra fuori moda nel nostro mondo fatto di tecnologia. E invece, Satana è presente nel Nuovo Testamento, è il segno della grande lotta escatologica fra il bene e il male. Forse la prima e più forte tentazione è proprio pensare che il diavolo non esiste. Gesù è venuto nel mondo per instaurare il regno di Dio, per assicurarci la vita eterna attraverso la sua morte e resurrezione, e per sconfiggere il tentatore. 

E allora è importante chiedersi sempre: dove si nasconde Satana? Forse in un certo autocompiacimento per quello che facciamo? O nel prendere per scontato il perdono divino, se la nostra confessione di peccato diventa qualcosa di automatico, tanto sappiamo che Dio ci perdona e la nostra salvezza è assicurata?

“Diavolo” significa “colui che divide”: Satana allora potrebbe nascondersi in quelle situazioni in cui ci sono delle divisioni nelle comunità, o in quelle circostanze in cui facciamo fatica a perdonare. Ecco perché nel Padre Nostro troviamo questo versetto. Liberaci dal maligno che ci allontana da te, liberaci dal maligno che può portarci all’indifferenza, o addirittura a perdere la fede. 

Il versetto che precede dice “non ci esporre alla tentazione”, o meglio “non ci mettere alla prova”. Le due cose vanno insieme: chiediamo a Dio di non esporci a quelle situazioni in cui la nostra fede sarebbe messa a dura prova. Sappiamo che alla fine il male sarà definitivamente sconfitto. Ma abbiamo bisogno di chiederlo sempre di nuovo, tenendo però presente quanto dice la seconda lettera ai Tessalonicesi: «È fedele il Signore: vi rafforzerà e vi preserverà dal maligno» (II Tessalonicesi 3, 3).

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