Perdono e oblio
05 ottobre 2021
Un giorno una parola – commento a Geremia 31, 34
Io perdonerò la loro iniquità, non mi ricorderò del loro peccato
Geremia 31, 34
Di Gesù attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome
Atti degli apostoli 10, 43
In una sua opera giovanile, il filosofo Nietzsche affermava che, per poter agire, l’essere umano dev’essere capace di oblio, altrimenti il carico di ciò che è stato, del passato, gli renderebbe impossibile dar luogo a qualcosa di nuovo. Un secolo dopo, la filosofa Hannah Arendt asseriva che una società può vivere solo se i suoi membri, oltre a mantenere responsabilmente le promesse fatte, sono anche capaci di perdonare. Il perdono serve a distruggere un gesto passato le cui conseguenze negative gravano ancora sul presente e impediscono il costituirsi di un futuro. Il perdono e l’oblio sono pertanto necessari affinché un futuro possa darsi all’umanità.
Per bocca del profeta Geremia, Dio stesso sembra confermare in un solo versetto quelle conclusioni filosofiche, alle quali si sarebbe giunti solo millenni più tardi. Il difficile nel perdonare è che esso comporta anche sempre, in certa misura, un atto di oblio, un dimenticare, senza il quale un gesto passato non può mai davvero passare. Non si tratta di amnesia, di cancellare la memoria del gesto: quella resta, deve restare. Si tratta però di cancellarne il ricordo, impedendo appunto che quel gesto “torni al cuore” di chi lo ha subito. Se rimetto un debito, non posso continuare a recriminare che ci ho perso dei soldi, altrimenti quel debito non è mai davvero rimesso.
Dio non cancella la memoria del peccato: ai suoi occhi noi restiamo sempre dei peccatori perdonati. Ma il suo amore per noi vince il ricordo del peccato che abbiamo commesso a suo danno, e gli consente di non imputarcelo. In Gesù Cristo, l’amore di Dio si mostra più alto e più forte delle nostre trasgressioni, liberando la nostra vita da un passato che non passa mai e riaprendoci la possibilità di agire verso il futuro, in uno spirito rinnovato di fedeltà e di fiducia.