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Niente è senza conseguenze

Un giorno una parola – commento a Salmo 106, 6

Noi e i nostri padri abbiamo peccato, abbiamo mancato, abbiamo fatto il male
Salmo 106, 6

Egli ha dato se stesso per noi per riscattarci da ogni iniquità e purificarsi un popolo che gli appartenga, zelante nelle opere buone
Tito 2, 14

Non possiamo voltarci dall’altra parte di fronte a queste poche parole. Sono indubbiamente formulate in maniera per noi sconcertante, e quando siamo di fronte a un documento antico, e i Salmi indubbiamente lo sono, dimentichiamo spesso che non tutte le civiltà categorizzano la realtà allo stesso modo, ma questo non interferisce con la precisione della loro visione. 

Sentiamo come una conquista di civiltà il consolidamento del concetto che gli errori dei padri non devono ricadere sui figli, e indubbiamente abbiamo ragione, perché applichiamo, o cerchiamo di applicare questo concetto alla giustizia sociale, ma non riusciamo a renderci consapevoli che, nei fatti, le conseguenze delle nostre azioni dovranno essere pagate, o quanto meno rimediate, da coloro che erediteranno la terra dopo di noi. E questo è un esempio pratico e diretto di come si possono leggere queste parole.

Veniamo da decenni di saccheggio delle risorse naturali, che a noi sono sembrati lunghissimi, ma che, di fronte a due milioni e mezzo di anni di presenza umana, e, non dimentichiamolo, a due miliardi e settecento milioni di vita sulla terra, sono un battito di ciglia, un brevissimo battito in cui noi siamo riusciti a portare uno scompiglio infinito. Niente è senza conseguenze. Abbiamo imparato a elaborare culturalmente concetti complessi come colpa e vergogna, ma facciamo ancora fatica a confrontarci con altri, come responsabilità, danno oggettivo. Dobbiamo diventare adulti, e in fretta! Lo stesso essere umano che ha avuto la scelleratezza di mettere in atto due guerre mondiali e due bombardamenti nucleari, deve svegliarsi, cambiare atteggiamento e riprendere nelle sue mani le redini delle enormi potenze che ha evocato. 

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