Che cosa lodiamo?
06 marzo 2015
Un giorno una parola – commento a Deuteronomio 10, 21
l Signore è l’oggetto delle tue lodi, è il tuo Dio
(Deuteronomio 10, 21)
Noi ci gloriamo in Dio per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, mediante il quale abbiamo ora ottenuto la riconciliazione
(Romani 5, 11)
Ai tifosi di ogni età piace perdersi in discussioni interminabili per dimostrare che la loro squadra è la più forte, quella degna di maggiore lode. Chi non condivide questa passione, assiste piacevolmente stupito o mortalmente annoiato. Per cosa ci accaloriamo noi evangelici, invece? Che cosa lodiamo? I nostri locali di culto, alcuni credenti esemplari, alcune storie significative? Oppure i nostri inni e la nostra teologia? L’affermazione del Deuteronomio non è poi così ovvia. Nominalmente, Dio è al centro della nostra fede, ma un sano realismo vuole che si riconosca come spesso vi sia qualcos’altro. Ogni spazio libero tende ad essere occupato. Così, i tifosi – inconsapevolmente – fanno la cosa giusta, elencando tutto quel che di grande ha compiuto il loro idolo o la loro squadra. Soltanto sapendo chi e che cosa, quando e come, si può tenere viva la memoria e motivare la lode.
Come affermava Lutero: «Ciò da cui il tuo cuore dipende e a cui si affida, quello è, propriamente, il tuo Dio». Allo stesso modo Mosè, prima di affermare che il Signore è «l’oggetto delle tue lodi, è il tuo Dio», ricorda al suo popolo ciò che Egli ha fatto per Israele. Solo allora può nascere la lode, solo allora il riconoscimento e l’accettazione dell’Eterno come Dio. Se questo è vero, non sarebbe il caso di riconsiderare sotto una luce nuova (o molto antica…) il posto che culto, lettura della Bibbia e studio biblico, dovrebbero avere nella nostra vita di credenti? Non è possibile lodare quel che si ignora o si conosce poco, oppure si loda senza vera partecipazione. Che effetto farebbe sentire cantare sottovoce, e in minima parte, i tifosi di un derby? Noi credenti abbiamo spesso da imparare dai “diversamente credenti”, questo è certo, ma non sarebbe male se, a nostra volta, avessimo la consapevolezza di avere anche alcune cose da insegnare. Che il Signore è «l’oggetto delle tue lodi, è il tuo Dio» essi lo possono imparare solo da noi, l’unica Bibbia che forse leggeranno mai.