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In Piemonte aumenta il consumo di suolo

Nel 2020 il monitoraggio ha evidenziato  un incremento di consumo di suolo di 439 ettari rispetto al 2019

Il consumo di suolo in Piemonte nel 2020 è di circa 169.400 ettari, pari quindi al 6.67 % della superficie totale regionale: sono i dati presentati da Arpa sul portale realizzato in collaborazione con Ispra. Il valore percentuale risulta ancora inferiore alla media nazionale, che è del 7,1%, ed è tra i più bassi del Nord Italia.  I vari modelli di espansione urbana e lo sviluppo di una rete di trasporti e di infrastrutture molto capillare concorrono alla creazione di un sistema di consumo del suolo distribuito e diffuso che interessa in modo uniforme anche i territori collinari e montani lungo i fondovalle di tutti i bacini alpini. Rimangono invece pressoché inalterati i settori dei rilievi alpini e pedemontani «In Piemonte sono stati consumati 400 ettari di suolo nell’ultimo anno - spiega Enrico Bonansea di Arpa Piemonte - che vanno a densificare ulteriormente le zone urbane e suburbane accentuando i problemi di creazione di isole di calore e impermeabilizzazione che, come abbiamo visto in questi giorni in Germania, portano danni catastrofici»

La provincia di Torino si conferma come l’area che contribuisce maggiormente al fenomeno di consumo complessivo regionale incidendo per il 34 % seguita da Cuneo (22%), Alessandria (15%), Novara (9 %), Asti e Vercelli (6%), Biella e Verbano Cusio Ossola (4%). Analizzando invece i valori percentuali di ciascuna provincia (calcolati rispetto alla superficie totale provinciale) risulta che quella con il valore più elevato è Novara che, con circa l’11 % di suolo consumato, supera Torino che è  al 8,5%. Al terzo posto si colloca invece la provincia di Biella (7,9%), seguita in ordine da Asti, Alessandria, Cuneo, Vercelli e VCO (che chiude la graduatoria con il 2.8%). Un problema, quello del consumo di suolo, in attesa di una regolamentazione nazionale chiara ed inequivocabile «Tutto il sistema delle agenzie è in attesa di una legge nazionale che è in cantiere da oltre 10 anni - spiega Bonansea - Si rende necessaria una definizione chiara del concetto di consumo di suolo, oggi diversamente interpretata dalla diverse amministrazioni regionali, punto di partenza per stabilire il monitoraggio e le percentuali da rispettare nella programmazione territoriale»

Per quanto riguarda  i nuovi consumi  registrati nel 2020,  il monitoraggio ha evidenziato  un incremento di consumo di suolo di 439 ettari rispetto al 2019, terzo valore di crescita nel periodo dal 2015 al 2020.  Indicatore che rivede le stime effettuate nel precedente rapporto (soprattutto per le stime del 2018 e 2019),  incrementando significativamente i valori. Il processo di monitoraggio con telerilevamento infatti aggiorna ed integra annualmente l’intera serie storica  sulla base della disponibilità di nuove immagini satellitari e aeree ad alta risoluzione e dei modelli di individuazione e classificazione  delle potenziali trasformazioni «La nostra fonte primaria è fornita dal programma Copernico che, con una coppia di satelliti, ci fornisce immagini del territorio due volte al mese: si tratta di immagini a risoluzione media che permettono però di individuare le macro-trasformazioni sul territorio. Per un’analisi più dettagliata occorrono però immagini più chiare, che riusciamo a ottenere attraverso fotografie aeree (comprese quelle commerciali)  che ci permettono di affinare non di poco le prime stime».

 

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