A Foras
15 aprile 2021
Una challenge artistica contro la presenza delle basi militari in Sardegna
Il giudice per le udienze preliminari di Cagliari si esprimerà oggi 15 aprile sulla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 45 persone che hanno partecipato alle manifestazioni effettuate davanti alle basi militari di Decimomannu, Teulada e Quirra tra il 2014 e il 2017. In cinque sono sospettati di associazione eversiva, mentre per gli altri si tratta di reati minori come resistenza, danneggiamento e imbrattamento.
Stiamo parlando delle basi militari che occupano circa 35.000 ettari quadrati di territorio della Sardegna, e delle attività militari che sono iniziate a partire dagli anni ‘50.
Contro quella che viene definita una vera e propria occupazione del territorio, combatte A Foras, assemblea nata nel 2016 che rappresenta diverse associazioni, realtà editoriali, singole persone. A Foras propone la dismissione delle basi, la bonifica dei territori e chiede indennizzi per la popolazione.
Sono zone, come il poligono interforze di Quirra e il poligono di Teulada, in cui vengono testati missili, si fanno brillamenti, si utilizzano carri armati e si fanno prove reali di guerra, che hanno un impatto forte sul territorio e sull’ambiente. Un esempio è rappresentato dalla penisola Delta all’interno del poligono di Teulada che è stata dichiarata non bonificabile. Il perché lo si apprende dalle dichiarazioni del dirigente dell’Arpas Massimo Cappai che ha illustrato i primi risultati dell’indagine preliminare sul Poligono di Teulada alla ‘Commissione parlamentare d’inchiesta sugli effetti dell’uranio impoverito’: la penisola è interdetta perché utilizzata per esercitazioni a fuoco mai sfociate in una bonifica degli ordigni inesplosi.
«Oltre al territorio c’è anche la salute delle persone - dicono da A Foras - Sono state trovate tracce di Torio, una particella che si trova nei missili MILAN, utilizzate nei poligoni sardi, all’interno delle ossa dei pastori»
E in ultimo la questione etica: «Se vengono testati dei missili o costruiti delle bombe come la Rwm a Domusnovas, che vengono poi usate per uccidere persone dall’altra parte del mondo, la cosa non ci lascia indifferenti», dicono sempre dal collettivo.
Per portare l’attenzione sulla questione e su questo processo, A Foras ha lanciato una challenge artistica: «Si tratta di una challenge rivolta ad artisti principalmente del campo visivo e dell’illustrazione, che sono invitati a scaricare un template dal nostro sito, su cui disegnare il proprio artwork e poi riportarlo sui social. Le opere si trovano attraverso #aforaschallenge e vengono proposte su Instagram e su Facebook. La nostra intenzione è quella di stampare queste opere e riuscire a fare una mostra. Il titolo della campagna è Io c’ero perché vogliamo dire che a partecipare a queste manifestazioni non sono stati soltanto quei 45 indagati ma ‘c'eravamo tutti»
Già in molti hanno risposto alla call, compreso Zerocalcare, il cui disegno è diventato l’icona di A Foras Challenge.