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Noi siamo di Cristo

Un giorno una parola – commento a I Corinzi 3, 22-23

Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta»
Genesi 1, 28

Tutto è vostro!  E voi siete di Cristo
I Corinzi 3, 22-23

Talvolta e soprattutto in questi tempi, ci chiediamo se il cristiano e la cristiana verso il mondo siano chiamati ad assumere un atteggiamento pessimista. È vero che i motivi per essere pensosi e preoccupati non mancano, tuttavia, è questo che la Parola di Dio ci suggerisce? È così semplice oppure non dobbiamo considerare la questione nella sua complessità?

I due testi che ci sono proposti oggi indicano una prospettiva ampia e chiara che parte da lontano, addirittura dalla Genesi. Certo, direte voi, ma allora eravamo ancora prima della caduta. Beh, questo è vero, ma lo è altrettanto la considerazione dell’apostolo Paolo, che opportunamente è stata collegata con Genesi 1, 28. Più che di ottimismo o pessimismo, dovremmo considerare l’ampia e profonda generosità di Dio verso l’umanità. Il progetto del Signore è per noi e non contro di noi; esso è creato nel quadro di un dono che arricchisce l’esistenza umana, perché è la conseguenza di una benedizione. L’apostolo Paolo afferma che la vita dei credenti va vissuta nella consapevolezza che il dono di Dio abbraccia tutte le espressioni di diversità dell’esistenza. Non esiste un solo modo di vivere la propria vita di fede. Il discorso di Paolo è contenuto all’interno di una riflessione sui diversi evangelizzatori della Chiesa di Corinto: Paolo, Apollo e Cefa che egli non considera in modo competitivo e alternativo fra loro, ma appartenenti al comune scopo di edificazione.

Considerata la vastità dell’azione del Signore per noi, ogni elemento della nostra realtà, dalla vita alla morte, si trova nella nuova area di redenzione in Cristo. Pur essendo tribolati e chiamati a portare pesi gravi e contraddizioni pesanti, è legittimo ricordare che nell’amore in Cristo anche le tenebre più fitte possono essere trasformate. La risposta diventa la seguente: “Poiché Cristo è di Dio e noi siamo di Cristo, tutto è nostro”.

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