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Il comandamento di amare lo straniero

Un giorno una parola – commento a Levitico 19, 34

Tu amerai lo straniero come te stesso 
Levitico 19, 34

Esercita con premura l’ospitalità 
Romani 12, 13

Tutto l’Antico Testamento indica che uno degli insegnamenti più importanti che abbiamo ricevuto dal Signore è quello relativo all’amore per gli stranieri. Un principio cardine per la formazione di quel popolo per lungo tempo nomade, ma anche guerriero, che riteneva che l’ospitalità verso gli stranieri dovesse essere un punto fermo, un caposaldo nell’esistenza sia di chi viveva nelle tende, sia di chi conduceva vita stanziale, e magari possedeva terreni ed aveva uomini al proprio servizio.

Qualche eco di questo forte valore è rimasto nelle abitudini sociali di alcune zone d’Italia, dove l’ospite, chiunque sia, è considerato sacro.

Ma lo straniero nominato nel Levitico non è l’amico che viene a trovarci, magari carico di doni e di affetto per noi, e neppure l’ospite occasionale, a cui possiamo dare alloggio sotto il nostro tetto.

Lo straniero di cui si parla nella Bibbia è colui che viene da lontano, che non si conosce, a cui si offre ospitalità per il semplice fatto che è appena arrivato nella nostra città e non conosce nessuno, non sa dove andare, è stanco e impolverato. A lui, a lei, a loro, noi dobbiamo aprire la nostra casa e la nostra dispensa per tutto il tempo che sarà necessario. E quando si sarà ambientato e avrà una propria casa e un proprio lavoro, continueremo a favorirlo e proteggerlo perché sarà comunque più in difficoltà di te, di me, di noi, che siamo qui da molto tempo. E quando lo assumeremo al nostro servizio, se ne avremo la possibilità, per i nostri genitori, per le nostre case o nelle fabbriche, nelle scuole e nei campi, ovunque ce ne sia la necessità, non lo discrimineremo, né approfitteremo del fatto che essendo straniero non ha amici che lo difendano, non ha punti di riferimento a cui guardare e non può costituire una minaccia per noi a causa della sua solitudine e debolezza.

Questo ci indica con chiarezza, anzi ci ordina, la Scrittura nel Nuovo e nell’Antico Testamento; ognuno e ognuna di noi dovrebbe mettere in pratica questo a cominciare dal proprio quartiere, dalla propria città, dal proprio Paese, non dimenticando che anche noi fummo “stranieri nel paese d’Egitto” (Lev. 19, 34). Amen!

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