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Il miracolo della condivisione a partire dal limite

Un giorno una parola – un commento a Matteo 14, 20

Mangerete a sazietà il vostro pane, e vivrete sicuri nel vostro paese
Levitico 26, 5

Tutti mangiarono e furono sazi; e si portarono via, dei pezzi avanzati, dodici ceste piene
Matteo 14, 20

Le folle seguono Gesù per ascoltarlo, ma anche perché hanno bisogno di aiuto e sperano che lui possa offrirglielo. 

I discepoli, però, non sanno cosa fare e non hanno mezzi a disposizione per soddisfare le esigenze pratiche di tutte quelle persone. La conclusione che i discepoli traggono dall’analisi delle loro possibilità è ragionevole e sembra l’unica soluzione possibile: lasciare che queste persone cerchino di provvedere a se stesse. Gesù, però, ha un parere completamente diverso e chiede loro di non allontanare quelle folle e offrire da mangiare. Si riparte con un’obiezione dei discepoli che sembra voler limitare il miracolo; ma il limite che per loro è invalicabile Gesù lo affida al Padre.

Chiede ai discepoli di portare a lui le loro scarse risorse e dopo aver pronunciato la benedizione (la stessa che pronuncerà durante l’ultima cena) spezza il pane e lo distribuisce ai discepoli e questi ultimi alla folla. Nell’atto della condivisione del poco si manifesta il miracolo dell’abbondanza. Il miracolo a cui si assiste parte esattamente dal limite. Non si tratta soltanto di quello relativo alla scarsità di risorse, ma anche quello che spinge Gesù ad appartarsi nel dolore. Egli osserva i limiti della folla a partire dal suo e non può non commuoversi dinanzi ai problemi di quella gente. Tutto questo lo induce a restare in contatto con il Padre e quello che per gli uomini è impossibile diventa possibile a Dio. La presenza di Gesù, l’Emmanuele-Dio con noi, supera i confini dello spazio e del tempo e ciò accade ogni volta che i discepoli, anche oggi, sono chiamati a spezzare il pane con chi ha bisogno, anche se questo scarseggia per sé. È il limite stesso che rende possibile il miracolo, la distanza tra le proprie necessità e quelle degli altri a fornire i presupposti per la compassione e la condivisione.

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