Pianti, preghiere e fiducia
22 febbraio 2021
La Comunità Evangelica Luterana di Merano accompagna la Passione con un muro del pianto quale luogo di raccoglimento
Un muro di mattoni nel coro della chiesa. Un muro che cresce ogni giorno. Il pastore della Comunità Evangelica Luterana di Merano, Martin Krautwurst, pensando a un modo particolare di accompagnare la sua comunità in quella che è ormai la seconda Quaresima in tempi di pandemia, si è messo ad erigere un Muro del Pianto: «Quarantena e isolamento, numeri che salgono e scendono, incertezza, malattia, perdita, commiato e lutto ci tolgono il respiro». Il Muro del Pianto nella chiesa, pensato come luogo per scaricare la frustrazione, luogo di lamento e di preghiera.
Un’iniziativa insolita in un tempo insolito. L’idea del pastore Krautwurst si basa su una tradizione che si tramanda da oltre duemila anni. Una forma speciale di dialogo con Dio: il Muro del Pianto a Gerusalemme. Un simbolo delll’unione con Dio. Donne e uomini, ebrei ortodossi, giovani e vecchi di tutto il mondo portano a Dio le loro preoccupazioni, le loro preghiere, le loro lamentele o anche i loro ringraziamenti rivolgendosi a lui in un dialogo silenzioso – ma non necessariamente – o anche, a partire dal Settecento, incastrando un piccolo pezzo di carta in una delle fessure del muro che un tempo delimitava il lato ovest del Tempio. Chiunque visiti questo luogo non può sfuggire all’atmosfera che lo ammanta. Un luogo di pace, impregnato di fede, pianti, preghiere e fiducia, della cui forza il pastore Krautwurst è stato toccato durante diversi viaggi in Israele.
Un muro catartico. Un luogo dove la preghiera prende forma. Per il sofferente popolo d’Israele, per gli ebrei, fratelli e sorelle nella fede, questo tipo di preghiera è una terapia collaudata, un modo per superare l’angoscia. Anche a Cracovia c’è un Muro del Pianto. Un muro che circonda il più antico cimitero ebraico d’Europa, costruito con i resti delle lapidi distrutte dai nazisti, accecati dall’odio razziale. Anche qui spuntano bigliettini da ogni fessura, ogni pezzo di muro è portatore di speranza.
«Il cuore della gente è sempre più pesante in questi giorni. Ci si può ammalare anche per le conseguenze psichiche della pandemia», il pastore Martin Krautwurst lo sa dai molti incontri e conversazioni con persone che in lui cercano qualcuno a cui appoggiarsi. «Lamentarsi deve essere permesso. Non poter scaricare le proprie preoccupazioni, i propri dubbi e le proprie sensibilità, toglie il respiro». E dove meglio depositare tutto questo se non davanti a Dio?
«Anche la nostra Bibbia contiene dei salmi di lamento, e sono migliaia di anni che i credenti si rivolgevano a Dio con queste parole per cercare aiuto», sottolinea il teologo, offrendosi come una specie di portavoce. Tutti, non solo i membri della comunità, sono invitati a scrivere le loro preoccupazioni e i loro timori. Chi vuole può depositare un foglietto in una delle fessure del muro accanto all’altare. In modo anonimo o con il nome. Chi invece preferisce non venire in chiesa può farlo anche via mail scrivendo a: [email protected]. Il pastore Martin Krautwurst presenterà queste parole a Dio sotto forma di intercessione durante la preghiera della sera e durante il culto della domenica.
Per chi vuole partecipare ai culti, si raccomanda di iscriversi via mail, visto che i posti sono limitati a causa delle norme di sicurezza e igiene anti Covid: [email protected].