Accadde oggi, 24 febbraio
24 febbraio 2015
24 febbraio 1955 – Nasce Steve Jobs, il visionario
Nato da madre svizzera e da padre siriano, Steven Paul non fu cresciuto dai genitori naturali ma dato in adozione, a Paul e Clara Jobs, residenti a Mountain View, in California. Quella Mountain View che diventerà il centro nevralgico dello sviluppo software e hardware negli anni a venire.
Più che la sua, pur interessante, biografia (che lasciamo volentieri ai libri e i film che lo celebrano), quello che colpisce di Jobs sono le formidabili intuizioni, prima fra tutte quella relativa alle enormi potenzialità di un nuovo concetto di Personal Computer, progettato da un altro Steve, l’amico Wozniak, col quale fonda, nel 1976, la Apple Computer Company. Per finanziare quella società, Jobs sacrifica il suo pulmino Volkswagen e Wozniak la sua preziosa calcolatrice. Del terzo socio non si sente mai parlare (Ronald Wayne) perché uscì quasi subito dalla società, rinunciando al suo 10%, oggi valutato in circa 2,6 miliardi di dollari.
L’intuito, quasi profetico, decreta dunque il successo di Jobs che, per esempio, coglie da subito le potenzialità di uno strumento, ancora sconosciuto, il mouse, che viene sviluppato e adottato da uno dei primi computer Apple, il «Lisa» (1983). Ma ciò che sancirà la vera differenza dei computer Apple rispetto alle altre aziende è lo sviluppo di una nuova interfaccia, stavolta grafica e non in stile «terminale», che cambierà per sempre il rapporto degli utenti con il personal computer: nel 1984 nasce il celeberrimo Macintosh, con un sistema operativo a «finestre». La sua eccezionale interfaccia usava, per la prima volta, metafore facili da comprendere, quali il cestino, la scrivania ecc…, aprendo l’uso del computer anche a persone non dedite all’informatica. Comincia l’epoca del «Think different», pensa in modo diffenrente.
Il rapporto tra tecnologia e uomo rimane al centro della creatività di Jobs, che dedicherà tutta la sua vita professionale alla creazione di una tecnologia intuitiva, amica, nella quale le complicazioni tecniche devono essere solo a carico dei progettisti, sollevando l’utente finale dalla comprensione di concetti complessi. «Non si può fare» diventa una frase bandita nella sua Apple, quasi un’imposizione alla realizzazione di sogni e aspettative prima solo immaginati.
«Stay hungry, stay foolish» (grossolanamente tradotto con «rimanete affamati, rimanete folli») è il consiglio che il 12 giugno 2005 offre ai laureandi di Stanford. Quasi un’epigrafe che riassume tutta la sua vita.