Fermati!
23 febbraio 2015
Un giorno una parola – commento a Deuteronomio 28, 2-3
Tutte queste benedizioni verranno su di te e si compiranno per te, se darai ascolto alla voce del Signore tuo Dio. Sarai benedetto nella città e sarai benedetto nella campagna
(Deuteronomio 28, 2-3)
Gesù disse ai discepoli: «Beati gli occhi vostri, perché vedono e i vostri orecchi, perché odono!»
(Matteo 13, 16)
Quanti e quante di noi ascoltano veramente? Non siamo forse spesso distratte, incapaci di prestare una vera attenzione a ciò che ci viene detto? In altre parole, abbiamo delle orecchie ma non sempre funzionano bene. Eppure a dire il vero, l’ascolto è il primo comandamento dato da Dio al suo popolo. Meglio, è la premessa di tutti i comandamenti «Ascolta, O Israele!» (Deuteronomio 5, 1; 6, 4). Tuttavia, con alcuni accorgimenti possiamo imparare ad ascoltare. È ora di dimenticare il «multitasking» e fermarci. La prima cosa da fare è smettere di fare ciò che stiamo facendo, creare nel tran-tran della nostra vita, una pausa, un’interruzione, uno spazio vuoto.
Vuoto che si appresterà, ovviamente a riempirsi. Di che cosa? È evidente. Di rumori, suoni, voci. Come un cavallo senza briglie la nostra mente andrà in tutte le direzioni cercando di trascinarci con sé. E allora ci vuole il secondo accorgimento, cioè non spaventarsi, né correre dietro la mente impazzita ma starsene tranquilli, sicure, che la turbolenza si calmerà, i rumori si acquieteranno, le voci spariranno e affiorerà il silenzio. Esattamente come dice Jörg Zink rivolgendosi a Dio, e: «Quando ogni cosa era immersa nel silenzio – dice la Bibbia – la tua parola di potenza venne a noi dal cielo». Ecco, dal cielo il Signore Dio ci parlerà e noi saremo pronti e pronte ad ascoltare la sua voce, a ricevere le benedizioni promesse.