Consiglio delle chiese cristiane di Firenze: «Frutto dopo un lungo percorso comune»
21 gennaio 2021
I pastori battisti e valdesi della città toscana commentano la nascita di un importante luogo di dialogo e confronto
Il 17 gennaio nel Battistero di San Giovanni di Firenze i rappresentanti delle chiese anglicana, battista, cattolica, episcopale americana, luterana, ortodossa-greca, ortodossa-rumena, riformata svizzera, valdese presenti in città hanno dato vita «con una cerimonia significativa, e nel rispetto delle norme di distanziamento», al Consiglio delle Chiese Cristiane di Firenze.
Carmine Bianchi, pastore della chiesa battista di Firenze commenta: «È da molto tempo che si parlava di costituire il Consiglio delle chiese cristiane di Firenze, ma si è realizzato solo ora, proprio come il frutto di una pianta che ha i suoi tempi di maturazione. Bisogna saper riconoscere il lavoro che altri hanno svolto nel passato affinché il frutto arrivasse al suo sviluppo completo. Nel caso della nascita del Cccf, bisogna riconoscere l’impegno ecumenico della pastora Anna Maffei, e di altri fratelli e sorelle della chiesa battista di Firenze, che hanno creduto in questo traguardo. E ricordare sempre che c’è chi pianta il seme, chi lo annaffia, ma è Dio che lo fa crescere».
Raffaele Volpe, pastore della chiesa riformata svizzera di Firenze sottolinea che «Per la prima comunità evangelica di Firenze (1826), luogo di accoglienza dei rifugiati evangelici fiorentini, casa del Vieusseux, isola europea nell’allora fortino del Granducato, il Consiglio delle chiese cristiane di Firenze è un naturale processo verso un reciproco riconoscimento per incidere, in quanto cristiani, in un mondo sempre più diviso. È un atto naturale e tuttavia straordinario. Ora la speranza è quella di essere all’altezza di questo “pericoloso” compito».
Dalle colonne del sito della Tavola valdese la pastora Letizia Tomassone ricorda che la Chiesa valdese di Firenze vanta un'antica tradizione ecumenica in città: «La nostra presenza è stata importante in alcuni momenti di confronto con parrocchie cattoliche più critiche, sui temi del disarmo e della nonviolenza, dei e delle credenti lgbtq, del carcere o delle migrazioni . Sul piano di un confronto più istituzionale sono state colte le occasioni di dialogo con le diverse chiese e in particolare con la chiesa cattolica e il suo vescovo, mons. Giuseppe Betori».